Ci sono diversi fattori di rischio che incidono sull'organizzazione scolastica e didattica e che rendono il sistema educativo sempre inadeguato rispetto alla modernità della socità di oggi. Ecco alcuni principi che ho individuato:
- Modello educativo antiquato (impostazione dell'illuminismo affermato poi con la rivoluzione industriale, metodi rigidi e programmazione fisse)
- standardizzazione dell'apprendimento (è ancora costruita su sistemi rigidi)
- Svalutazione della creatività e del pensiero divergente (i bambini nascono con una spiccata creatività, ma la perdono nel tempo a causa dell'educazione scolastica)
- Disconnessione tra scuola e mondo reale (gli studenti percepiscono che la scuola non li prepara alla vita reale)
- Sistema valutativo incentrato sulla competizione ( il divieto di "copiare" si scontra con la realtà del mondo del lavoro, dove il lavoro di squadra è fondamentale)
- Tecnologia poco integrata e metodi di insegnamento antiquati (molte scuole faticano ad integrarla in modo efficente nella didattica)
- Disugualianze economiche e sociali
- Stress e pressione psicologica sugli studenti
l sistema scolastico di oggi ha un problema evidente, e’ stato pensato per un mondo che non esiste più . Un tempo serviva a preparare le persone per lavori stabili, in un sistema economico prevedibile. Ma oggi tutto cambia velocemente: le professioni del futuro non le conosciamo ancora, la tecnologia evolve di continuo e la globalizzazione ha trasformato il modo in cui viviamo e ci rapportiamo agli altri. Eppure, la scuola e’ rimasta uguale a se stessa, incapace di adattarsi a questi cambiamenti. Uno degli aspetti piu’ problematici e’ che la scuola tratta tutti gli studenti nello stesso modo, come se avessero le stesse capacita’, gli stessi interessi e gli stessi ritmi di apprendimento. Ma non e’ cosa. Ogni persona e’ diversa, eppure si continua a misurare tutti con gli stessi criteri, dando più valore ad alcune materie e abilità rispetto ad altre. Chi è bravo in matematica o italiano viene considerato intelligente, mentre chi eccelle in creatività , manualità o pensiero pratico spesso si sente meno capace. Questo porta molti ragazzi a perdere fiducia in se stessi, anche se hanno talenti preziosi che semplicemente non vengono riconosciuti. C’e’ poi un altro grande problema: la scuola soffoca la creatività . I bambini piccoli hanno una fantasia incredibile e una naturale capacità di pensare in modi diversi. Ma man mano che crescono, vengono abituati a cercare una sola risposta giusta, a seguire schemi fissi e a evitare gli errori a tutti i costi. Cosa imparano a pensare in modo rigido e perdono quella capacità di trovare soluzioni originali, che invece nel mondo reale e’ fondamentale. Un altro aspetto da considerare e’ il legame tra istruzione ed economia. Oggi non basta più studiare, laurearsi e trovare un lavoro sicuro, perché quel percorso non è più una garanzia di successo. Molti ragazzi se ne rendono conto e si chiedono: “ perché devo impegnarmi tanto se il futuro è incerto?. Il problema e’ che la scuola non risponde a questa domanda, non li prepara ad affrontare un mondo in continua evoluzione e non li aiuta a sviluppare le competenze di cui avranno davvero bisogno, come il pensiero critico, la capacità di adattarsi e di collaborare con gli altri. Credo che la scuola debba cambiare profondamente. Non basta aggiungere nuove tecnologie o riformare qualche programma: serve un nuovo modo di intendere l’educazione . Bisogna creare un ambiente dove i ragazzi possano scoprire i loro talenti, sviluppare le loro capacità in modo personalizzato e imparare attraverso esperienze concrete, non solo con lezioni teoriche. L’ apprendimento dovrebbe essere più collaborativo, meno rigido, più legato alla realtà . Se vogliamo davvero preparare i giovani al futuro, dobbiamo ripensare completamente il nostro modo di educare. Non possiamo più usare schemi del passato per affrontare le sfide di oggi e di domani. La scuola dovrebbe essere un luogo che accende la curiosità , stimola il pensiero critico e aiuta ogni studente a trovare il proprio percorso, senza costringerlo in un modello che non funziona più.