Il sistema educativo odierno sembra essere in continua evoluzione,si è sempre alla ricerca di costanti innovazioni didattiche,che possano assecondare i continui mutamenti sociali.Dunque,in tal senso,applicare oggi il sistema educativo di circa 20 anni fa,risulterebbe non solo anacronistico,quanto inadeguato a rispondere ai nuovi bisogni emergenti.La società di oggi essendo in costante mutamento richiede anche(soprattutto)in ambito educativo,per poi riflettersi sull’ambito lavorativo futuro,una formazione continua che sia in grado di coinvolgere e rendere parte attiva,del suo percorso di crescita,lo studente; ciò è fondamentale all’interno di un contesto sociale che richiede sempre più la partecipazione consapevole e riflessiva dei giovani.Durante il mio percorso scolastico ho avuto modo di maturare una mia visione della didattica,inserita in un contesto che sia il più possibile predisposto all’inclusione e alla continua stimolazione dell’alunno.Pertanto,ritengo che un sistema educativo inclusivo debba basarsi su:
una didattica inclusiva→ mi riferisco alla necessità di garantire l’istruzione ed educazione a tutti,avvalendosi dunque di PDP(piani didattici personalizzati) e PEP(piano educativo personalizzato) ove vi fossero in classe studenti con disabilità e bisogni educativi speciali.Importante che l’insegnante mantenga con gli studenti un rapporto 1:1,un rapporto paritario e di scambio reciproco: l’alunno apprende dall'insegnante,nella stessa misura in cui quest’ultimo apprende dal primo.
bilateralità della relazione educativa→ è fondamentale che tra l’insegnante e gli studenti si crei un rapporto di fiducia e di stima reciproca; quest’ultima è un elemento essenziale ai fini della realizzazione di un buon percorso educativo e formativo: la stima e la fiducia nei confronti dell’insegnante sono tra i due elementi essenziali che stimolano l’interesse dell’alunno nei confronti della disciplina.Ci tengo a chiarire questo punto,poichè ho avuto modo di sperimentarne la fondamentalità durante la mia esperienza formativa: un insegnante carismatico e stimato diventa per l’alunno un leader al quale ispirarsi,favorendo altresì lo sviluppo di un legame “affettivo” con la disciplina.
apprendimento cooperativo→ è importante che gli alunni lavorino in gruppo,sviluppando la cooperazione e con essa dunque ciò che ne consegue: i vari ruoli nei lavori di gruppo,il rispetto dell’altro e dei suoi tempi di lavoro e apprendimento,il concetto di mutuo aiuto,la valorizzazione dell’altro e del diverso contesto culturale e sociale da cui proviene.
valorizzazione della diversità→ favorire gli incontri interculturali mediante laboratori didattici che prevedano la collaborazione tra alunni di culture differenti: ne sono esempio i molteplici progetti ERASMUS
organizzare campagne di sensibilizzazioni ed eventi→ la scuola è da considerarsi in relazione alla complessa rete formativa di cui è parte; da sempre,diversi sono i pedagogisti che evidenziano il carattere collettivo e sociale dell’educazione e della formazione che coinvolge il tessuto sociale nella sua interezza: dall’oratorio,alle famiglie fino ad arrivare alle scuole,il tutto in un lavoro sinergico tra le parti.Scuola e famiglia sono tenute a lavorare in stretta sinergia: è compito della scuola aggiornare le famiglie sul rendimento scolastico degli alunni e coinvolgerle nel loro percorso di crescita mediante l’organizzazione di eventi e giornate incentrate su vari temi,quali l’interculturalità,il bullismo e l’abbattimento degli stereotipi.
Sulla base della mia esperienza scolastica ho avuto modo di maturare il mio pensiero,notando e tenendo conto di alcuni limiti,così come anche aspetti positivi,del sistema scolastico odierno.Tra i limiti c’è sicuramente l’approccio prettamente burocratico che spesso richiedono oggi i programmi didattici;una contraddittorietà rispetto alla mutevolezza del contesto esterno: il programma scolastico dev’essere seguito attentamente,secondo tempi precisi;questo sistema/metodo non lo trovo adatto per un contesto sociale come quello odierno che richiede invece una maggiore riflessività,nonché stimolazione alla formazione di un pensiero critico.Con ciò non intendo che l’aspetto contenutistico,dunque la teoria debba essere trascurata,poiché senza la conoscenza di quest’ultima non avremmo modo di sviluppare un nostro pensiero personale,ma è bene trovare un equilibrio: se in una settimana si resta indietro di qualche capitolo con il programma perchè quel tempo è stato impiegato per riflettere maggiormente su alcuni argomenti che hanno suscitato una maggiore curiosità negli studenti,si recupera la settimana successiva; un approccio flessibile all’organizzazione della spiegazione.Al contrario,tra gli aspetti positivi ci tengo a citare la presenza nelle scuole dello “sportello di ascolto”: la scuola mette a disposizione,gratuitamente,dell’alunno delle sedute con uno psicologo.Questo consente all’alunno di affrontare con maggiore consapevolezza e serenità il suo percorso di crescita non solo dunque formativa,ma soprattutto personale e relazionale,portandolo a riflettere sulla propria sfera emotiva e come quest’ultima influenza il suo percorso scolastico: trovo sia un buon punto di inizio per la promozione dell’educazione emotiva nelle scuole.
una didattica inclusiva→ mi riferisco alla necessità di garantire l’istruzione ed educazione a tutti,avvalendosi dunque di PDP(piani didattici personalizzati) e PEP(piano educativo personalizzato) ove vi fossero in classe studenti con disabilità e bisogni educativi speciali.Importante che l’insegnante mantenga con gli studenti un rapporto 1:1,un rapporto paritario e di scambio reciproco: l’alunno apprende dall'insegnante,nella stessa misura in cui quest’ultimo apprende dal primo.
bilateralità della relazione educativa→ è fondamentale che tra l’insegnante e gli studenti si crei un rapporto di fiducia e di stima reciproca; quest’ultima è un elemento essenziale ai fini della realizzazione di un buon percorso educativo e formativo: la stima e la fiducia nei confronti dell’insegnante sono tra i due elementi essenziali che stimolano l’interesse dell’alunno nei confronti della disciplina.Ci tengo a chiarire questo punto,poichè ho avuto modo di sperimentarne la fondamentalità durante la mia esperienza formativa: un insegnante carismatico e stimato diventa per l’alunno un leader al quale ispirarsi,favorendo altresì lo sviluppo di un legame “affettivo” con la disciplina.
apprendimento cooperativo→ è importante che gli alunni lavorino in gruppo,sviluppando la cooperazione e con essa dunque ciò che ne consegue: i vari ruoli nei lavori di gruppo,il rispetto dell’altro e dei suoi tempi di lavoro e apprendimento,il concetto di mutuo aiuto,la valorizzazione dell’altro e del diverso contesto culturale e sociale da cui proviene.
valorizzazione della diversità→ favorire gli incontri interculturali mediante laboratori didattici che prevedano la collaborazione tra alunni di culture differenti: ne sono esempio i molteplici progetti ERASMUS
organizzare campagne di sensibilizzazioni ed eventi→ la scuola è da considerarsi in relazione alla complessa rete formativa di cui è parte; da sempre,diversi sono i pedagogisti che evidenziano il carattere collettivo e sociale dell’educazione e della formazione che coinvolge il tessuto sociale nella sua interezza: dall’oratorio,alle famiglie fino ad arrivare alle scuole,il tutto in un lavoro sinergico tra le parti.Scuola e famiglia sono tenute a lavorare in stretta sinergia: è compito della scuola aggiornare le famiglie sul rendimento scolastico degli alunni e coinvolgerle nel loro percorso di crescita mediante l’organizzazione di eventi e giornate incentrate su vari temi,quali l’interculturalità,il bullismo e l’abbattimento degli stereotipi.
Sulla base della mia esperienza scolastica ho avuto modo di maturare il mio pensiero,notando e tenendo conto di alcuni limiti,così come anche aspetti positivi,del sistema scolastico odierno.Tra i limiti c’è sicuramente l’approccio prettamente burocratico che spesso richiedono oggi i programmi didattici;una contraddittorietà rispetto alla mutevolezza del contesto esterno: il programma scolastico dev’essere seguito attentamente,secondo tempi precisi;questo sistema/metodo non lo trovo adatto per un contesto sociale come quello odierno che richiede invece una maggiore riflessività,nonché stimolazione alla formazione di un pensiero critico.Con ciò non intendo che l’aspetto contenutistico,dunque la teoria debba essere trascurata,poiché senza la conoscenza di quest’ultima non avremmo modo di sviluppare un nostro pensiero personale,ma è bene trovare un equilibrio: se in una settimana si resta indietro di qualche capitolo con il programma perchè quel tempo è stato impiegato per riflettere maggiormente su alcuni argomenti che hanno suscitato una maggiore curiosità negli studenti,si recupera la settimana successiva; un approccio flessibile all’organizzazione della spiegazione.Al contrario,tra gli aspetti positivi ci tengo a citare la presenza nelle scuole dello “sportello di ascolto”: la scuola mette a disposizione,gratuitamente,dell’alunno delle sedute con uno psicologo.Questo consente all’alunno di affrontare con maggiore consapevolezza e serenità il suo percorso di crescita non solo dunque formativa,ma soprattutto personale e relazionale,portandolo a riflettere sulla propria sfera emotiva e come quest’ultima influenza il suo percorso scolastico: trovo sia un buon punto di inizio per la promozione dell’educazione emotiva nelle scuole.