RIFLESSIONE SU CAMBIARE I PARADIGMI DELL'EDUCAZIONE FRANCESCO GIUSEPPE MITTIGA 4 MARZO 2025

RIFLESSIONE SU CAMBIARE I PARADIGMI DELL'EDUCAZIONE FRANCESCO GIUSEPPE MITTIGA 4 MARZO 2025

di FRANCESCO GIUSEPPE MITTIGA -
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RIFLESSIONE SU “CAMBIARE I PARADIGMI DELL’EDUCAZIONE”

Dopo aver visto il video “Cambiare i paradigmi dell’educazione ho appreso che molti paesi nel mondo stanno riformando per due ragioni il sistema educativo: la prima si basa su un punto di vista economico; la seconda su un punto di vista culturale. In passato si sosteneva che andando a scuola si cresceva con la percezione che se si lavoro sodo e bene allora poi era più facile frequentare un’università e trovare un buon lavoro. Oggi non si crede più a questa teoria.

Il sistema educativo, che viene applicato ancora adesso, è quello che è stato idealizzato e sviluppato durante l’Illuminismo e le circostanze economiche della prima Rivoluzione industriale. Prima di questi tempi non esistevano sistemi di educazione pubblica ma si poteva essere istruiti dai gesuiti. L’educazione pubblica è stata una idea rivoluzionaria anche se molti erano contrari in quanto coloro che appartengono alle classi lavoratrici non erano considerati in grado né di leggere né di scrivere e per tale ragione questi ultimi venivano nella maggior parte dei casi emarginati.

L’organizzazione scolastica è basata sul modello di quella industriale. Una cosa che ho appreso anche è che nelle scuole ancora adesso prevale moltissimo il modello di scuola tradizionale, ossia trasmissione di conoscenze da parte del docente, e non quello di scuola progressiva, ossia di tenere in considerazione la figura del fanciullo e quindi di dare vita al fenomeno del “puerocentrismo”. Sono assolutamente con la proposta con tutto ciò che l’autore del video sostiene perché sostengo che non sia necessario ma fondamentale modificare il sistema scolastico, in quanto la scuola deve essere per i fanciulli il luogo possano sperimentare, imparare e crescere per prepararsi alla vita adulta e al mondo del lavoro.

Questa preparazione, però, deve svilupparsi attraverso regole ma allo stesso tempo libertà e non attraverso un’imposizione/obbligo.