Cambiare i paradigmi dell'educazione

Cambiare i paradigmi dell'educazione

di GIADA ARTEGIANI -
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Nel video vengono analizzati diversi fattori di rischio che incidono sull'organizzazione scolastica e che rendono il sistema educativo inadeguato rispetto alla modernità della società di oggi. Tali problematiche derivano dall’impostazione iniziale del nostro sistema scolastico, in una cultura diversa rispetto a quella di oggi che è l’illuminismo e nelle circostanze economiche della prima rivoluzione industriale. Secondo questa prospettiva l’intelligenza è valutata secondo una visione piramidale delle conoscenze ed è basata sul ragionamento deduttivo e la conoscenza dei classici. Da questa concezione si dividevano gli studenti tra accademici e non accademici di conseguenza rappresentati come intelligenti e non intelligenti; ed è ciò che ha influenzato problemi come disturbi dell’attenzione ed a portato alla creazione di un modello educativo industrializzato e standardizzato.                             Il sistema scolastico viene infatti criticato per la sua organizzazione fondata sul modello di una linea di fabbrica, con divisioni basate sull’età, campane che suonano, spazi divisi per sesso e specializzazioni in diverse materie.                                                              

Ken Robinson propone dunque un cambio di paradigma sostenendo che questo modello non sia più adatto alla realtà contemporanea. Egli afferma che l’istruzione dovrebbe valorizzare la creatività di ogni studente (pensiero divergente), lasciando spazio all’espressione individuale e favorendo la collaborazione tra studenti con interessi e abilità uguali a prescindere dalla loro età.

Secondo me avere impostate delle regole all’interno di un sistema didattico aiuta sia i docenti che gli studenti a porsi degli obiettivi e al controllo; la divisione per fasce d’età credo sia adeguata al contesto scolastico perché seppur non bisogna svalutare le capacità cognitive degli studenti più piccoli o viceversa, è normale che per affrontare argomenti più difficili vi devono essere degli studi precedenti e una formazione più sviluppata del cervello, quindi questa divisione permette di calibrare l’insegnamento in base allo sviluppo cognitivo degli studenti. Sono d’accordo d’altro lato riguardo l’idea che la creatività sia una risorsa per l’apprendimento e la crescita personale perché stimola il pensiero critico, nuove soluzioni ai problemi, riduce la noia e favorisce un apprendimento partecipativo e attivo e permette di rielaborare le informazioni in modo personale facilitando anche la comprensione dei contenuti, allo stesso modo dei lavori di gruppo e dei laboratori.