Cambiare i paradigmi dell’educazione

Cambiare i paradigmi dell’educazione

di SILVIA TIBURZI -
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I fattori che incidono maggiormente sull'organizzazione scolastica e didattica sono in particolare due: 

In primo luogo ritroviamo l'economia, ovvero quel fattore che ci porta a domandarci: "Come fanno i giovani oggi a trovare il loro posto nell'economia quando, quest'ultima, potrebbe essere  completamente cambiata nell'arco di pochi giorni?"

In secondo luogo, invece, troviamo il fattore culturale, il quale chiede, come può un giovane, mantenere la propria identità culturale in un mondo che porta verso la globalizzazione?

In entrambi i casi possiamo dire che, il problema principale è il fatto che vogliamo cercare di risolvere questi quesiti nello stesso modo in cui si faceva in passato, attraverso una educazione "antica" nata durante l' Illuminismo, basata su dei standard prestabiliti.

Io personalmente penso, come Ken Robinson, che l'educazione debba, come qualsiasi altra cosa, aggiornarsi e andare al passo con il resto del mondo, non rimanere bloccata a quando nata, rifiutando completamente la modernizzazione. 
La scuola, l'educazione e la didattica, oggi, nel 2025 dovrebbe essere nuova, moderna, aperta al nuovo e non chiusa con regole rigide e selettive come nel diciottesimo secolo. Ad oggi si dovrebbe imparare a prendere in considerazione non solo il voto in italiano, in matematica o scienze, ma anche a tutte quelle qualità e talenti che il bambino può avere oltre all'essere semplicemente portato nello studio. Nessuno dovrebbe sentirsi meno di qualcun altro, più o meno bravo, ma ognuno dovrebbe incoraggiarsi a vicenda e imparare dall'altro. Io credo che l'educazione di oggi a sia ancora molto bigotta rispetto a quello che il bambino oggi richiede e di cui avrebbe bisogno.