Cambiare i paradigmi dell'educazione

Cambiare i paradigmi dell'educazione

di ALICE CLEMENTI -
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Dopo aver preso visione del video realizzato da Ken Robinson, posso affermare che i fattori indicati come elementi che incidono sull'organizzazione scolastica e didattica sono prettamente connessi al passato.

I principali elementi che hanno caratterizzato il nostro sistema educativo sono la sua standardizzazione e conformità. Basti pensare a com'è tuttora organizzata la scuola per comprenderne il reale significato, ovvero, come afferma l'autore :"su una linea di fabbrica in cui si crede che la cosa più importante che i ragazzi abbiano in comune sia l'età".  Questa idealizzazione dell'educazione è radicata da secoli nel nostro mondo, più specificatamente con l'Illuminismo vediamo la formazione di un modello educativo plasmato su quelli che erano gli interessi del tempo, ovverro quelli dell'industrializzazione. 

Pertanto, è fondamentale prendere in considerazione il contesto storico in cui ci si trova in modo tale da poter adattare il sistema educativo alle esigenze, ai pensieri e alla visione del mondo corrente.

Come inoltre sostiene l'autore, Ken Robinson, bisogna tener conto anche del contesto sociale, economico, politico e culturale in cui le varie istituzioni operano, in modo da poter uscire dal tradizionale modello che pone al centro la divisione tra accademico (intelligente) e non accademico (non intelligente).

Per liberarsi dalla standardizzazione dell'organizzazione scolastica e della didattica, l'autore propone di seguire una direzione opposta alla linea che si è sempre cercato di conseguire; ovvero quella del pensiero divergente, il quale è parte essenziale della creatività e che consiste nel vedere molteplici risposte ad una stessa domanda.

Personalmente sono particolamente favorevole alla proposta fatta da Robinson, in quanto oramai il sistema educativo a un punto fermo costantemente legato a regole e abitudini di un tempo che non è più il nostro.

Vivendolo quotidiamente, prima a scuola, ora all'università, mi rendo conto che questo sistema non è pienamente efficace per gli studenti in quanto è ancora legato al passato e credo lo sarà per sempre. 

Come afferma l'autore, è inoltre importante la collaborazione, ossia il lavorare in gruppo per migliorare l'apprendimento, però se a ciò non si applica una vera e propria riforma sotto ogni singolo aspetto, dall'impostazione della lezione all'intera organizzazione del contesto accademico; non si può pensare di aver lasciato completamente quel passato che ci tiene incatenati all'abitudine.

In conclusione, personalmete ritengo che sia semplice rimanere ancorati a quella linea stardadizzata per abitudine, in quanto si è sempre sentito dire "è sempre stato così e ha funzionato".

Ora mi chiedo come mai in diversi contesti al di fuori delle mura scolastiche ci siano state delle evoluzioni consistenti, mentre per quanto riguarda l'organizzazione scolastica e didattica, nonostante alcuni piccoli passi siano stati compiuti, si è sempre rimasti legati alla classica impostazione del passato; consapevoli che al giorno d'oggi non sia più la linea guida efficace di un tempo.