All’interno del video “Cambiare i paradigmi dell’educazione” viene analizzata da Kan Robinson la struttura dell’ordine scolastico e i fattori che vi incidono.
Emerge chiaramente quanto il sistema sia ormai obsoleto, in quanto viene espresso come questo sia ancora legato a paradigmi dell’Illuminismo e della Rivoluzione Industriale, inadeguati alle esigenze del XXI secolo. Tale struttura standardizzata, figlia di un sistema piramidale dove vi sono persone “intelligenti” e persone “non intelligenti” per natura, porta i giovani ad una totale disillusione verso l’impegno scolastico e ad un senso di caos e inadeguatezza che svaluta e disincentiva i talenti innati, la creatività e il pensiero divergente. All’interno dell’analisi appare inoltre evidente come, nonostante i bambini nascano con una capacità naturale di pensiero divergente, essa tenda a perdersi nel contesto scolastico, poiché proprio quest’ultimo enfatizza risposte uniche e approcci standardizzati, soffocando l’innovazione e la collaborazione.
Come in una “linea di produzione” il modello scolastico isola e atomizza gli studenti, separandoli e anestetizzando le loro potenzialità, capacità e talenti più artistici.
Personalmente, mi trovo d’accordo con quanto espresso dall’autore del video e sostengo che la necessità di “cambiare paradigma” derivi dalla rigidità del sistema stesso. Spesso la scuola, anche per esigenze strutturali, tende a percepire gli studenti solo come parti di un meccanismo e non come individui dotati di capacità e unicità.
Avanzando delle proposte, si potrebbe pensare di adottare modelli più flessibili, adattati e personalizzati secondo le passioni e le predisposizioni degli allievi. Anche dal punto di vista della creatività e del pensiero divergente, si potrebbero progettare attività laboratoriali, anche di gruppo, volte al perfezionamento e alla scoperta di tutte quelle abilità artistiche ed espressive che possano contribuire alla collaborazione e all’interazione positiva tra pari.