1. PROBLEMATICIZZARE

1. PROBLEMATICIZZARE

di Angela Spinelli -
Numero di risposte: 48
In questo spazio la riflessione riguarda la seguente domanda: La vostra definizione di didattica generale è neutra o riflette una particolare visione dell’educazione (per esempio, trasmissiva vs. costruttivista)?
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 1. PROBLEMATICIZZARE

di SARA BORRELLO -
io se dovessi pensarla nelle scuole odierne la definirei trasmissiva ma certamente pensare una didattica costruttivista è sinonimo di avanzamento e inclusione del prossimo
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 1. PROBLEMATICIZZARE

di ALESSIA ALATI -
Secondo me la didattica generale nasce per trasmettere ai discenti il patrimonio culturale ma per essere una didattica di qualità bisogna proporre una chiave di apprendimento con approccio costruttivista e quindi bisogna far prevalere l'interazione, la partecipazione attiva del discente e anche il coinvolgimento attivo del contesto in cui si svolge l'esperienza didattica.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 1. PROBLEMATICIZZARE

di YASMIN CARBONARA -
Per me la didattica dovrebbe essere costruttiva, insegnare e apprendere reciprocamente,l alunno impara dall’ insegnante ma allo stesso tempo l insegnante fa suo quello che osserva negli alunni. Nelle scuole la didattica è spesso e volentieri solo trasmissiva senza neanche avere certezza di questa avvenuta trasmissione
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 1. PROBLEMATICIZZARE

di DENNIS GIANNICO -
Io se dovessi rappresentarla in chiave di scuola contemporanea la definirei costruttiva ovvero che gli individui costruiscono attivamente la propria conoscenza attraverso esperienza diretta e interazione con l' ambiente circostante combinato con il progresso tecnologico.
In riposta a Angela Spinelli

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di SILVIA MARTUCCI -
La mia definizione di didattica generale riflette una visione costruttivista dell’educazione. Penso che l’insegnamento debba essere un processo attivo, dove lo studente non è un semplice ricevente, ma costruisce la propria conoscenza attraverso esperienze pratiche, discussioni e riflessioni. Questo approccio si differenzia da una visione più tradizionale, in cui l’insegnante è visto principalmente come colui che fornisce informazioni. In una didattica costruttivista, l’educazione diventa un’opportunità per esplorare, sperimentare e dare significato ai contenuti in modo personale e dinamico.
In riposta a Angela Spinelli

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di GIADA ARTEGIANI -
La didattica dovrebbe essere costruttivista cioè non dovrebbe trasmettere passivamente conoscenze ma coinvolgere attivamente gli studenti permettendo loro di esprimersi con strumenti diversi e partecipare in modo diretto all’insegnamento, anche se nelle scuole odierne spesso è trasmissiva poiché l'iter solitamente è il classico in cui l’insegnante spiega un argomento, gli studenti ascoltano e prendono appunti, studiano il libro in autonomia e ripetono ciò che hanno ascoltato a lezione e letto nel libro.
In riposta a Angela Spinelli

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di ANNA PIRCHI -
La didattica generale per me deve essere sia trasmissiva che costruttivista.
Per trasmissiva io intendo la trasmissione di culture, conoscenze, saperi e esperienze passate ai nuovi e per costruttivista intendo la costruzione personale del sapere, il proprio percorso individuale , interiore ed esteriore, educativo e dell'apprendimento basato sulle proprie scelte e sulle proprie possibilità, attitudini e credenze.
In riposta a Angela Spinelli

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di SABRINA DE ANGELIS -
La mia visione dell’educazione è sia trasmissiva, basata sul passaggio teorico dei saperi da parte dell’insegnante che diventa guida del discente ma anche costruttivista , dove la guida dell’insegnante preparato , aiuta a conoscere i valori emozionali , a sviluppare l’educazione all’ empatia.

La didattica come insegnamento culturale, tecnologico, emozionale …… il traghettatore verso una disciplina completa , che forma uomini e donne ricchi di sapere e sentimenti.
In riposta a Angela Spinelli

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di MARIKA VAUPERI -
La Didattica: Un'Arte per l'Educazione

La didattica, come la definisce anche Comenio, colui che ha posto le basi per una didattica moderna, è un artificium, ossia un'arte. È l'arte di trovare i metodi più adeguati per l'insegnamento, con l'obiettivo di contribuire all'educazione e alla formazione della persona.

Secondo la mia visione, la didattica deve necessariamente tenere conto di una pluralità di fattori esterni. È essenziale considerare l'evoluzione della società, l'innovazione tecnologica e i contesti socio-culturali in cui l'apprendimento avviene. Solo così è possibile trovare il giusto equilibrio tra la trasmissione delle conoscenze e l'attività pratica, che dovrebbe essere altrettanto fondamentale nel processo educativo.

Infatti, per acquisire una vera conoscenza, è necessario un doppio approccio: da un lato, una solida base teorica e nozionistica, dall'altro, un riscontro pratico. Quest'ultimo è ciò che consente di trasformare la teoria in esperienza diretta, permettendo così una comprensione più profonda e che duri nel tempo.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 1. PROBLEMATICIZZARE

di CRISTINA RISTORI -
Se dovessi dare una definizione della didattica generale direi che non è del tutto neutra, perché può essere manifestata in maniera inclusiva. Quindi per avere una didattica di qualità, occorre esporre una chiave di apprendimento con il metodo del costruttivismo.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 1. PROBLEMATICIZZARE

di GIULIA PALUZZI -
Secondo me la didattica in chiave educativa, dovrebbe avere un approccio costruttivista. L'insegnante ha una funzione costantemente orientativa nella costruzione del significato e attraverso un uso attento del linguaggio conduce l'allievo verso una direzione corretta.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 1. PROBLEMATICIZZARE

di Angela Spinelli -
Cari studenti e studentesse, vi riporto una sintesi dei vostri interventi sul primo stimolo (problematicizzare). Dopo la sintesi seguono consigli pratici per i prossimi post e, in genere, per la stesura di argomentazioni basate su elementi scientifici ed evidenze.
Buon lavoro!
Gli interventi si concentrano sulla distinzione tra approccio trasmissivo e costruttivista. La maggioranza di voi sostiene che la didattica dovrebbe essere prevalentemente costruttivista, enfatizzando l'importanza della partecipazione attiva dello studente, dell'interazione e della costruzione personale del sapere. Tuttavia, alcuni riconoscono l'utilità di un approccio trasmissivo per fornire una solida base culturale. Alcuni interventi propongono un equilibrio tra le due visioni, mentre altri evidenziano la necessità di adattare la didattica ai contesti contemporanei, includendo l'innovazione tecnologica e il coinvolgimento emotivo ed esperienziale nel processo di apprendimento.
A mio giudizio i vostri interventi evidenziano una buona consapevolezza della necessità di superare una didattica meramente trasmissiva per promuovere un apprendimento attivo e significativo. Tuttavia, manca un approfondimento critico sulle condizioni necessarie affinché un approccio costruttivista sia efficace. Per esempio, non viene esplorato il ruolo della progettazione didattica, della valutazione o della formazione degli insegnanti in relazione ai diversi metodi. Inoltre, mentre alcuni interventi riconoscono la complementarità tra trasmissività e costruttivismo, sarebbe utile una riflessione più articolata su quando e come integrare questi approcci in modo efficace.
Punti di forza:
• Consapevolezza della centralità dello studente: ruolo attivo dello studente nella costruzione della conoscenza.
• Equilibrio tra teoria e pratica: importanza di integrare conoscenze teoriche con esperienze pratiche.
• Riferimenti al contesto attuale: ruolo dell’innovazione tecnologica e delle trasformazioni sociali nella didattica.

Aree di miglioramento:
• Mancanza di esempi concreti: sarebbe utile supportare le affermazioni con casi pratici o esperienze personali.
• Scarso approfondimento metodologico: manca una riflessione su come attuare concretamente un approccio costruttivista o ibrido.
• Riferimenti teorici limitati: pochi interventi fanno riferimento a studi o autori del settore educativo per supportare le proprie argomentazioni.

Suggerimenti per i post successivi
1 Includere esempi pratici: collegare la teoria a esperienze concrete di insegnamento o apprendimento.
2 Approfondire gli strumenti e le strategie didattiche: discutere metodologie specifiche che possano facilitare il passaggio da un approccio trasmissivo a uno costruttivista.
3 Espandere il dibattito sull’integrazione tra i due approcci: riflettere su come e quando sia utile unire elementi trasmissivi e costruttivisti in base alle discipline o ai contesti educativi.
4 Utilizzare riferimenti teorici: citare autori e teorie pedagogiche per rendere il discorso più strutturato e fondato scientificamente.
In riposta a Angela Spinelli

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di MARTINA BOVO -
A mio avviso, la didattica odierna enfatizza l’insegnamento diretto, dove il docente fornisce frontalmente il sapere agli studenti. Nonostante ciò, l'ideale sarebbe quello di cercare di riassumere i vari modelli educativi, per offrire una panoramica completa delle conoscenze, senza però prediligere un approccio particolare
In riposta a Angela Spinelli

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di FEDERICA COCCIA -
La didattica dovrebbe essere costruttivista in quanto gli studenti devono avere la possibilità di apprendere utilizzando vari strumenti e rielaborando le informazioni in base alle proprie esperienze. Questo metodo differisce dal tradizionale insegnamento in cui il docente fornisce informazioni e l’alunno le apprende; attraverso l’insegnamento costruttivista l’alunno ha la possibilità di sperimentare e costruire la propria conoscenza
In riposta a FEDERICA COCCIA

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di ANNALISA DE ROSA -
Secondo il mio punto di vista è fondamentale l'approccio costruttivista. Lo studente non deve avere un apprendimento passivo, ma deve avere un ruolo attivo nella costruzione della conoscenza, attraverso l'esperienza; deve essere motivato e messo in condizione di utilizzare diverse strategie di apprendimento ( problem solving, apprendimento cooperativo..etc). E' un attore attivo nel processo di apprendimento ( secondo le teorie di Piaget e Vygotskij) capace di costruire la propria conoscenza. L'insegnante funge da facilitatore aiutando lo studente a sviluppare abilità cognitive e metacognitive.
In riposta a Angela Spinelli

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di MARIKA SANTA GURCIULLO -
Nel suo intervento introduttivo al libro La Grande Didattica di Comenio, Benedetto Vertecchi analizza i cambiamenti, rispetto al passato, riguardo le posizioni di insegnanti e alunni all'interno dell'istituzione scolastica e in relazione alla didattica. Vertecchi sottolinea la visione di Comenio sull'arte dell'insegnamento, mettendo in evidenza l'importanza di superare il mito secondo cui l'insegnante sarebbe semplicemente un dispensatore di informazioni. Questo ruolo, infatti, non sarebbe sufficiente per rispondere appieno alle esigenze educative. Insegnare, secondo Comenio, implica possedere competenze non solo per trasmettere contenuti accademici, ma anche per applicare metodi di apprendimento personalizzati, in grado di rispettare e valorizzare le esigenze di ogni studente. Facendo riferimento a quanto esposto, risulta più coerente un approccio di tipo costruttivista, che a differenza di quello trasmissivo, promuove l'agency dell'alunno anche in relazione al gruppo dei pari, favorendo lo sviluppo di un maggiore senso di responsabilità e consapevolezza. L'apprendimento diventa un modo per comprendere i propri punti di forza e di debolezza e l'insegnante si trasforma in un mentore. Un'applicazione concreta di questo approccio potrebbe essere l'uso di fonti storiche materiali tramite cui i ragazzi possono approfondire ciò che stanno studiando in modo più autonomo oppure creare un momento al termine della lezione in cui ci si confronta, coinvolgendo ognuno dei partecipanti, in modo da spingerli a portare avanti la propria opinione e metterla in discussione qualora non fosse condivisa da tutti.
Nonostante la citazione a Comenio, riconosco che quest'ultimo non è un teorico costruttivista, ma trovandomi in linea con il suo pensiero e vedendolo quasi come un precettore di questo concetto, ho pensato potesse essere utile per collegare un autore passato a una visione della didattica più recente. Se dovessi far riferimento ad un teorico formalmente costruttivista, probabilmente parlerei di Dewey e del suo approccio didattico che fa leva sulle esperienze e sulla collaborazione.
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di AMALIA IOANA COSERARU -
Ritengo che sia molto difficile cercare di dare una definizione di didattica generale che sia neutra, in quanto, come abbiamo detto anche durante le lezioni, è una disciplina che si fonda sulle dinamiche valoriali e morali di un determinato periodo storico, e quindi è in continuo mutamento. Personalmente, nonostante il modello dell'educazione più utilizzato e, forse, più semplice sia quello trasmissivo, ritengo che quello costruttivista sia il più efficace. Questo perché l'educando si sente parte di qualcosa, importante ed ascoltato, e quindi è più probabile che non venga "anestetizzato" dallo studio, ma che partecipi attivamente e lo faccia con crescente interesse.
In riposta a Angela Spinelli

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di ERIKA CERRONI -
Ad oggi,la conoscenza e lo studio delle diverse teorie pedagogiche affermatesi nel corso del tempo,mi hanno permesso di maturare e giungere ad una mia propria riflessione sul modo di “fare didattica”.Nel concetto di didattica,così come nel percorso educativo generalmente inteso,prevale la dimensione poliedrica: è un concetto vario,multiforme e complesso,che si presta pertanto ad essere interpretato in mille modi diversi a seconda del tipo di teoria pedagogica a cui facciamo riferimento.La complessità del termine emerge già dalla definizione generale: la didattica generale è infatti una disciplina caratterizzata da un equilibrio tra ricerca,didattica,azione di insegnamento e metodologia di cui l’insegnante si avvale.Essa inoltre non fa riferimento al solo ambito formativo,dunque all’azione di insegnamento,ma anche,soprattutto,organizzativo:
il setting formativo
tempo
regole
attori
canali comunicativi
In merito al setting,sappiamo quanto sia determinante su ciò che l’insegnante può fare ed ottenere in un dato contesto.Pertanto,a seguito di questa breve riflessione,ritengo che ad oggi non possa esserci una visione neutra del concetto di didattica,poiché ogni insegnante,nel guidare i propri alunni nel percorso formativo,tende a far riferimento ad una o più teorie pedagogiche.Pongo in esempio la mia visione personale per lo più di tipo costruttivista,a tratti anche progressista: la tecnologia ha tanti pregi quanti difetti,uno tra questi la passivizzazione verso cui si sta giungendo.I ragazzi sui social sono esposti ad una moltitudine di opinioni diverse,tuttavia sempre più spesso si tende ad omologarsi all’ideologia di massa,solo perchè più quotata.Al contrario,è bene tornare a promuovere la valorizzazione del proprio pensiero: il lavoro didattico in classe dev’essere partecipato,dibattuto ed attivo; gli alunni sono responsabili del loro percorso formativo,in quanto tali sono soggetti attivi che hanno il diritto-dovere di emergere,esprimendo le proprie emozioni,raccontando le proprie esperienze e riflessioni,poiché solo così si potrà costruire con l’insegnante un valido percorso didattico.
In riposta a Angela Spinelli

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di ILARIA DE CAROLIS -
A mio parere la didattica generale dovrebbe essere costruttivista, ovvero gli studenti devono apprendere in modo attivo, facendo esperienza e partecipando in modo diretto durante le lezioni. Purtroppo, però, al giorno d'oggi le lezioni sono trasmissive, dove l'insegnante spiega dietro la cattedra spiegando i libri di testo, e gli studenti ascoltano prendendo appunti, per poi studiare sui libri e ripetere le parole dette degli insegnanti.
In riposta a Angela Spinelli

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di ERIKA ROIATI -
Per me la didattica non può definirsi neutra ma anzi si fonda su una base trasmissiva, in quanto il docente ha il compito di trasmettere le conoscenze agli alunni, ma anche su una base costruttiva, per incrementare quelle che sono le conoscenze, attraverso le attività pratiche e il coinvolgimento degli altri alunni.
In riposta a Angela Spinelli

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di ELISA PANELLA -
Secondo me, la didattica non è neutra, ma dovrebbe integrare sia l’approccio trasmissivo che quello costruttivista. È importante trovare un equilibrio tra entrambe le tipologie per permettere allo studente di apprendere il sapere tramite i docenti e di essere, allo stesso tempo, il protagonista del proprio percorso di apprendimento. Ciò significa offrigli opportunità per partecipare attivamente, fare esperienze, riflettere, discutere, collaborare con gli altri e attuare le proprie capacità di problem solving. In questo modo, la didattica può anche diventare un efficace strumento d’inclusione.
In riposta a Angela Spinelli

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di VERONICA VENANZI -
La mia definizione di didattica è più vicina a un modello trasmissivo. Ritengo che il ruolo dell’insegnante sia fondamentale per fornire agli studenti conoscenze strutturate, guidandoli con spiegazioni chiare e metodi ben organizzati.l’apprendimento avviene in modo efficace quando si parte da concetti definiti e ben spiegati, per poi applicarli gli esercizi e attività pratiche
In riposta a Angela Spinelli

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di FRANCESCO PALOMBO -
La mia definizione di didattica generale non intende essere neutrale. L’insegnante non può limitarsi alla trasmissione di nozioni, ma deve essere in grado di adottare metodi di apprendimento personalizzati, in grado di riconoscere e valorizzare le specifiche esigenze dei singoli studenti. Un approccio costruttivista appare più adeguato rispetto a quello trasmissivo, in quanto favorisce l’autonomia degli studenti anche nelle interazioni con i pari, stimolando lo sviluppo di un senso maggiore di responsabilità e consapevolezza. L’apprendimento diventa così uno strumento attraverso cui ciascun studente può individuare i propri punti di forza e le aree di miglioramento, mentre l’insegnante guida il percorso educativo in modo più dinamico e partecipativo.
In riposta a Angela Spinelli

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di AZZURRA D'ERCOLE -
Secondo me, la definizione di didattica è sia trasmissiva(l'insegnante è la fonte del sapere e trasmette agli alunni le proprie conoscenze) sia costruttivista (gli studenti apprendono in modo attivo attraverso l'esperienza). Penso che un'integrazione di entrambi gli approcci sia la soluzione più efficace: nelle materie scientifiche per esempio, potrebbe essere utile fornire una spiegazione iniziale per fornire una base teorica seguita da attività di Problem solving ed esperimenti.Anche nell'insegnamento delle lingue, ci sono momenti di spiegazione delle regole grammaticali alternati da conversazioni con l'insegnante madre lingua.Esistono delle strategie utili per passare da un approccio trasmissivo a uno più costruttivista: per esempio, gli studenti potrebbero dividersi in gruppi per spiegare alla classe un argomento diviso in vari parti oppure l'uso delle tecnologie educative possono rendere l'apprendimento più attivo e basato sull'esperienza. Parlando del costruttivismo non posso non citare Jean Piaget e la sua teoria sullo sviluppo cognitivo, che vede l'apprendimento come un processo attivo di costruzione del sapere.
In riposta a Angela Spinelli

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di CLAUDIA ORFANO -
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La didattica non può essere definita neutra, ma deve integrare sia un approccio trasmissivo che uno costruttivista. Da un lato, l’insegnante ha il compito di trasmettere conoscenze, guidando gli studenti con spiegazioni chiare e strutturate, ma dall’altro, è fondamentale che gli studenti siano coinvolti attivamente nel loro processo di apprendimento. Questo significa che, oltre alla trasmissione di contenuti teorici, è necessario offrire esperienze pratiche, opportunità di riflessione e di collaborazione tra pari, per sviluppare competenze come il problem solving e la consapevolezza.

L’approccio costruttivista, che stimola l’autonomia e la responsabilità degli studenti, favorisce un apprendimento più dinamico, dove gli studenti non sono solo ricettori passivi di informazioni, ma protagonisti del loro percorso educativo. Un esempio concreto di integrazione di entrambi gli approcci può essere osservato nelle materie scientifiche, dove una spiegazione teorica iniziale può essere seguita da esperimenti pratici e attività di problem solving. Allo stesso modo, nell’insegnamento delle lingue, si alternano spiegazioni grammaticali a momenti di conversazione attiva.

In conclusione, una didattica efficace dovrebbe unire il meglio dei due approcci: la solida base teorica che fornisce l’insegnante e l’esperienza attiva che coinvolge gli studenti, rendendo l’apprendimento più inclusivo, partecipativo e, soprattutto, significativo.
In riposta a Angela Spinelli

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di GIORGIA CARBONI -
la mia definizione di didattica generale è tendenzialmente neutra, intesa come uno studio delle attività di insegnamento, con interesse alle questioni metodologiche. A mio parere l'utilizzo di una particolare filosofia dell'educazione dipende dall'ambiente in cui ci si trova, dal grado scolastico interessato e dai differenti allievi che abbiamo di fronte.
In riposta a Angela Spinelli

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di DANIELA SALVATORI -
Ogni educatore/insegnante secondo me traduce i propri valori, ideali, attenzioni e sensibilità nel lavoro quotidiano, costruendo, acquisendo e sperimentando una SUA didattica generale. Nello specifico intendo che seppur la professionalità dell'insegnante o dell'educatore è ricca di tutte le metodologie acquisite durante il suo percorso formativo, i propri valori involontariamente o volontariamente "sceglieranno" quelle modalità, quelle tecnologie, quelle pratiche educative che meglio si sposano con il proprio sistema valoriale, culturale. Il risultato di questa "personalizzazione" metodologica può dare esiti ed effetti efficaci ed efficienti, interessanti, illuminanti e in continua evoluzione con il contesto culturale, tuttavia può anche "arenarsi" ad una condizione conservatrice di metodi che esprimono valori poco attuali e/o peggio in contrasto con valori e ideali di emancipazione.
Ho sempre apprezzato insegnanti che seppur non esprimessero chiaramente valori, promuovevano e promuovono una visione aperta e curiosa al mondo, che bilanci il suo essere trasmissivo e favorire processi di apprendimento più "cuciti" e costruiti con il confronto con le nuove generazioni che esprimono necessità diversificate.
In riposta a Angela Spinelli

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di CHIARA IPPOLITI -
Per me, la didattica riflette una visione costruttivista, poiché non si tratta solo di ricevere passivamente il sapere dall'insegnante, ma di costruire la propria conoscenza attraverso esperienze dirette e riflessioni. Durante il mio percorso scolastico, ad esempio, ricordo che durante le lezioni di scienze, il nostro insegnante non ci dava solo le informazioni, ma ci faceva fare esperimenti pratici. Questo ci permetteva di osservare i fenomeni da vicino e di arrivare alle conclusioni da soli, invece di limitarci a memorizzare ciò che ci veniva detto. In questo modo, l'apprendimento diventava più significativo e duraturo, perché eravamo noi stessi a scoprire e costruire le risposte, piuttosto che riceverle passivamente
In riposta a Angela Spinelli

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di SOPHIA DANGELO -
La mia definizione di didattica generale, riguardo alla visione dell‘educazione, non è del tutto neutra ma integra sia l‘approccio trasmissivo sia quello costruttivista. Nell‘approccio trasmissivo, l‘insegnante svolge il ruolo di trasmettere le conoscenze agli studenti, come avviene nelle lezioni frontali. Allo stesso tempo, è fondamentale l’approccio costruttivista, poiché pone al centro lo studente e il suo ruolo attivo nella costruzione del sapere, attraverso lavori di gruppo, discussioni in classe o l‘uso di strumenti digitali ecc. Per questo motivo, ritengo che un approccio ibrido possa migliorare l‘apprendimento. Ad esempio, l‘insegnante può introdurre nuovi concetti con una spiegazione (approccio trasmissivo) e successivamente far applicare dai studenti quanto appreso attraverso un lavoro di gruppo (approccio costruttivista).
In riposta a Angela Spinelli

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di IOLANDA CURRO -
Per quanto mi riguarda, la didattica generale italiana ha un’impronta di tipo trasmissivo, perché i docenti spiegano concetti teorici attraverso lezioni frontali, fornendo informazioni da memorizzare, come formule, dati, nomi, titoli di opere e altro. Gli studenti ascoltano e poi ripetono i contenuti attraverso verifiche scritte o interrogazioni. Questo avviene in tutte le materie, come la matematica, le lingue, l’italiano, la storia, ecc. È un metodo di studio passivo, perché gli studenti ricevono le fonti del sapere attraverso l’insegnante. In un metodo di tipo costruttivista, gli studenti costruiscono attivamente la conoscenza attraverso esperienze, problemi e interazioni.
In riposta a Angela Spinelli

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di FEDERICA PETRI -
Secondo me la didattica generale dovrebbe essere costruttiva.
Pur restando fedele agli originari principi generali dell’insegnamento dovrebbe tener conto dei cambiamenti e dell’evoluzione globale.
Bisognerebbe rendere più centrale la figura dello studente, visto non solo come destinatario dell’insegnamento ma anche fonte dell’insegnamento stesso
In riposta a Angela Spinelli

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di NOEMI SALTIMBANCO -
Nonostante le differenze, entrambi gli approcci possono coesistere e integrarsi in un modello didattico equilibrato. Alcune conoscenze di base possono essere trasmesse efficacemente attraverso la didattica trasmissiva, mentre la didattica costruttivista può essere utilizzata per approfondire i concetti, sviluppare competenze e promuovere l'apprendimento attivo.
La scelta dell'approccio didattico dipende dagli obiettivi di apprendimento, dalle caratteristiche degli studenti e dal contesto educativo.
La didattica trasmissiva è centrata sull'insegnante e sulla trasmissione di conoscenze, mentre la didattica costruttivista è centrata sullo studente e sulla costruzione attiva del sapere.
Entrambi gli approcci hanno vantaggi e svantaggi, e possono essere utilizzati in modo complementare per creare un ambiente di apprendimento efficace.
In riposta a Angela Spinelli

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di MATTEO MARIO NAPOLI -
Dal mio punto di vista, l'educazione è un'insieme di tematiche tra cui per esempio trasmettere un contenuto, consolidare i talenti dei discenti, facilitare la convivenza, sia tra di loro che all'interno della società: per questo motivo ritengo che la mia definizione di didattica non ricada in una visione particolare ma sia composta da tanti aspetti tratti dalle varie visioni.
In riposta a Angela Spinelli

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di GIORGIA FERRAIOLI -
Dal mio punto di vista, la scuola odierna dovrebbe utilizzare maggiormente una didattica costruttivista, che tenga in considerazione anche il punto di vista dell’alunno.
In questo modo il sapere non viene ricevuto in maniera passiva, lo studente ha la possibilità di costruire attivamente la propria conoscenza e diviene il protagonista del suo percorso di apprendimento.
In riposta a Angela Spinelli

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di VALENTINA MENICHELLI -
Io credo che la didattica riflette una visione costruttivista proprio perché per esempio lo studente deve ricevere la voglia e la passione con cui l'insegnante lavora e cercare di far nascere in lui una conoscenza diretta e attiva che possa istruire attraverso un pensiero proprio e mettere in pratica nel tempo.
Questo permette maggiore inclusione di sviluppare tecniche e metodi personali.
Sicuramente non manca anche la trasmissione del patrimonio culturale ,ma pian piano stiamo riuscendo più a soffermarci sulla costruzione di originalità.
In riposta a Angela Spinelli

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di FRANCESCA MALACRIA -
Per me la didattica deve essere costruttivista perché la didattica costruttivista é un approccio educativo basato sull’idea che l’apprendimento non sia un semplice trasferimento di conoscenze dal docente allo studente, ma un processo attivo in cui lo studente costruisce il proprio sapere, attraverso l’esperienza e la riflessione.
In riposta a Angela Spinelli

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di LUCREZIA CESTRA -
per me la didattica generale dovrebbe essere costruttiva in cui l’apprendimento deve essere un processo attivo, in cui gli studenti costruiscono autonomamente la loro conoscenza attraverso l’interazione con l’ambiente, i compagni e il docente. L’insegnamento così può essere incentrato sul coinvolgimento attivo degli studenti e sulla loro capacità di costruire il proprio sapere,
In riposta a Angela Spinelli

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di VALENTINA NAVARRA -
La didattica efficace dovrebbe a mio avviso bilanciare metodi tradizionali e innovativi, combinando lezioni frontali, apprendimento esperienziale e utilizzo delle tecnologie. Dovrebbe inoltre garantire un equilibrio tra i diversi approcci favorendo l’apprendimento attivo e una base solida di conoscenze attraverso l’insegnamento diretto. La combinazione di questi metodi può permettere secondo me un apprendimento più completo e coinvolgente.
In riposta a Angela Spinelli

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di SABA HAGOS -
La mia definizione di didattica generale è dettata dalla mia esperienza professionale nell'ambito scolastico. Lavoro in una scuola primaria con i bambini disabili e sono fermamente convinta che il giusto equilibrio sia dato dall'adozione di entrambi gli approcci educativi: trasmissivo e costruttivista.

Trovo valido l'approccio trasmissivo poiché da parte del docente è necessaria una perpetua ricerca, uno studio approfondito e l'ampliamento del proprio sapere. L'insegnante dev'essere in grado di trasmettere contenuti disciplinari, difatti prendendo in prestito la visione di Comenio, il ruolo del Maestro non può essere improvvisato, la vocazione non basta!

Nell'approccio costruttivista trovo che sia importante porre al centro lo studente (non è docente-centrico a differenza del trasmissivo), utilizzando la mia esperienza posso affermare che nelle attività con i bambini disabili si svolge un lavoro personalizzato, in base alle caratteristiche del bambino si deve creare un programma individualizzato, in cui vengono messi in evidenza i punti di forza attraverso i quali si prova a rafforzare i punti di debolezza.
Il metodo didattico non può essere universale ma è creato ad hoc, tagliato su misura sul bambino, lo studente è centrale, è il protagonista del sapere, non è passivo anzi deve partecipare attivamente alla costruzione della conoscenza.
È necessario un costante confronto, un quotidiano scambio, per valutare se la direzione intrapresa sia giusta oppure se sia il caso di tentare altre strade per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Nonostante l'approccio costruttivista ponga l'accento sullo studente, è bene ricordare che questa costruzione del sapere avviene nell'ambito dell'istituzione scolastica (educazione formale) che presenta dei precisi contesti istituzionali in cui agire, quindi la scelta di determinate attività, metodi e strategie è influenzata dal setting d'azione, anche la stessa relazione educativa tra bambino e adulto può condizionare la resa delle esperienze.

A mio avviso, indipendentemente dall'approccio educativo prediletto, quando si fa riferimento alla Scuola, il triangolo didattico di Castoldi ci aiuta a tenere a mente che le dimensioni relazionali, organizzative e metodologiche sono di pari importanza e si influenzano in modo sistemico.
In riposta a Angela Spinelli

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di NOEMI SALTIMBANCO -
Secondo me prima alcuni punti la didattica dovrebbe essere in parte trasmissiva,cioè trasmettere una conoscenza oggettiva, stabile e concreta e la figura dell’insegnante dovrebbe essere centrale ma allo stesso tempo costruttivista perché l’insegnante dovrebbe essere una guida, un progettista di ambienti di apprendimento, lo studente deve essere un protagonista attivo, il metodo didattico deve comprendere un apprendimento collaborativo e problem risolving..l’apprendimento e’ legato al contesto e all’esperienza
In riposta a Angela Spinelli

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di GERARDINA CHIRICO -
A parer mio, ciò che si percepisce nelle scuole odierne è una didattica molto trasmissiva. Questo può anche andar bene, ma si mette fin troppo da parte un'idea costruttivista, che porterebbe a un apprendimento più attivo e significativo, uno studente posto al centro, piuttosto che una sola trasmissione meccanica del sapere.
In riposta a Angela Spinelli

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di ELEONORA ZILLI -
La mia definizione di didattica è ancora incerta. Studiare questa materia mi aiuterà sicuramente a creare un'idea più precisa. In ogni caso credo che la didattica sia un insegnamento da parte di un adulto esperto, e maturo, di una serie di strutture culturali e sociali che servono per comprendere il proprio posto nella storia e nella società, per diventare delle identità consapevoli e attive. Personalmente ho una visione montessoriana dell'educazione, per cui la mia idea non sarà di certo neutra, bensì selettiva rispetto ai contenuti e costruttivista rispetto alla formazione dell'identità.
In riposta a Angela Spinelli

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di MELISSA D'ORTENZI -
La didattica per me è la capacità di costruire ponti di trasmissione culturale tra chi è dotato di una determinata conoscenza (un insegnante) e chi apprende (l’allievo). Ciò può avvenire attraverso vari metodi di insegnamento e tecniche.
Considero questa trasmissione di informazioni una crescita personale, sociale e intellettuale per chi apprende.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 1. PROBLEMATICIZZARE

di NOEMI FABIANI -
Se dovessi dare una definizione di Didattica Generale, io direi che dovrebbe essere sia trasmissiva che costruttivista. Costruttivista perchè gli studenti devono saper apprendere in modo attivo attraverso l'esperienza, e trasmissiva perchè è importante da parte degli insegnanti fornire una base solida culturale.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 1. PROBLEMATICIZZARE

di LINDA CIPRIETTI -
Se analizziamo le due visioni pedagogiche menzionate, possiamo notare delle differenze significative: nell'approccio della didattica trasmissiva l'insegnante è il principale dispensatore di conoscenze e competenze. Gli studenti sono visti come riceventi passivi delle informazioni trasmesse. La didattica costruttivista invece vede l'apprendimento come un processo attivo e partecipativo, dove gli studenti costruiscono il proprio sapere attraverso l'interazione con il docente, che ha il ruolo di guida. Se dovessi esplicitare una visione, la mia definizione di didattica generale tende a essere più vicina alla prospettiva costruttivista, in quanto sottolinea l'importanza dell'interazione tra studenti e insegnanti. Anche se è importante notare che la didattica può spaziare anche su approcci più tradizionali a seconda del contesto, del tipo di disciplina e delle finalità didattiche.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 1. PROBLEMATICIZZARE

di SILVIA MARTUCCI -
La mia definizione di didattica generale non è neutra, ma riflette una visione costruttivista dell’educazione. Credo che la didattica non possa limitarsi alla semplice trasmissione di conoscenze, ma debba favorire la costruzione attiva del sapere da parte degli studenti. In questa prospettiva, l’insegnante non è solo un depositario di contenuti, ma un facilitatore che guida, supporta e stimola il pensiero critico, l’autonomia e la riflessione. La didattica generale, quindi, assume un ruolo dinamico e relazionale, orientato alla valorizzazione delle esperienze degli studenti e alla creazione di contesti significativi per l’apprendimento.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 1. PROBLEMATICIZZARE

di ANNA FASCINARI -
La mia definizione di didattica non è neutra ma costruttivista, credo sia impossibile pensare di poter trasmettere sapere agli studenti nella scuola o comunque in qualsiasi contesto educativo in maniera neutra. La figura dell'insegnante ed educatore oggi è sempre più raffinata e attenta al riconoscimento e alla gestione delle emozioni proprie e altrui, all'unicità delle persone, agli approcci relazionali e di trasmissione. E' suo interesse creare nel discente la capacità di sviluppare un pensiero critico che lo porterà secondo le proprie modalità a crescere dal punto di vista umano, relazionale e della conoscenza.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 1. PROBLEMATICIZZARE

di ALESSIA DI FRUSCIA -
Secondo me, la definizione di didattica generale riflette in parte una visione dell’educazione orientata verso l’approccio costruttivo. Credo infatti che l’apprendimento non debba essere visto come una semplice trasmissione di conoscenze da parte dell’insegnante, ma come un processo attivo in cui lo studente ha un ruolo centrale e si sente incluso, secondo me è più adeguato che l’insegnante diventi una guida che stimola e sostiene la costruzione del sapere, favorendo un pensiero critico, l’autonomia e la partecipazione. Penso che questa visione valorizza l’esperienza, il confronto e la collaborazione rendendo l’apprendimento più significativo e duraturo.