4. RIFLETTERE

4. RIFLETTERE

di Angela Spinelli -
Numero di risposte: 53

In questo spazio si risponde alla seguente domanda: Pensando alla vostra esperienza scolastica, quali pratiche didattiche avete trovato più efficaci e perché? Come si collegano alla definizione di didattica generale?

In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di SARA BORRELLO -
una pratica che mi aiuta molto è l'organizzazione e la programmazione di idee o impegni/lezioni varie, o anche cambiare fonte se non capisco dal libro oppure banalmente confrontarmi con i colleghi.
Riguardando uno schema della lezione scorsa la didattica è organizzazione ma anche comunicazione e ricerca, quest'ultima di conseguenza documentazione.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di CHIARA CACACE -
Le pratiche che ho ritenuto, ma che ritengo ancora oggi valide sono: studiare attraverso la diversificazione dei colori, in questo modo riesco a memorizzare meglio le informazioni e ricercarle nella mente ricordando il colore,fare degli schemi così che fisso più i concetti, organizzare lo studio in modo efficace e cercando di fare tutto la mattina,essendo che, riesco a concentrarmi meglio;prendo appunti e infine credo che bisogna essere molto attivi a lezione perché lì c’è proprio la base per apprendere meglio i concetti principali.Inoltre credo che far delle lezioni attive e non sempre statiche aiuti molto,dato che gli insegnanti oggi fanno solo ciò che é richiesto nel programma,il che va bene ma non da importanza a fissare i concetti nella mente dei ragazzi.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di ALESSIA ALATI -
Pensando alla mia esperienza scolastica le pratiche didattiche che ho trovato più efficaci sono state:
- il cooperative learning dove tutti gli studenti in gruppo erano coinvolti attivamente e mi ha dato la possibilità di mettere in discussione le mie conoscenze attraverso il confronto con gli altri, inoltre è stata una metodologia inclusiva molto utile per abbassare il livello di conflittualità del gruppo classe;
- la didattica laboratoriale che mi ha permesso di promuovere le mie conoscenze attraverso un' esperienza concreta, inoltre è stata utile per lo sviluppo del pensiero critico, per rafforzare la cooperazione del gruppo classe e per apprendere in modo pratico.
Tutto ciò si collega alla didattica generale appunto perché, quello che ho vissuto, non è stato un metodo di insegnamento neutro ma un insegnamento basato sull'importanza delle questioni metodologiche in modo da esplorare le discipline attraverso vari punti di vista.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di GABRIELLA RUGGIERI -
Secondo Comenio, la didattica generale è l'arte di insegnare tutto a tutti nel modo più efficace e naturale possibile. Nel suo libro "didattica magna", egli la definisce come un metodo universale per trasmettere la conoscenza in modo ordinato, graduale e accessibile a tutti, indipendentemente dalla condizione sociale o dalle capacità individuali.
I principi fondamentali della sua didattica sono:
-universalità: tutti devono avere accesso all'istruzione
-gradualità: l'apprendimento deve seguire un percorso progressivo, dalla semplicità alla complessità
-naturalità: insegnare seguendo il ritmo e lo sviluppo naturale dell'alunno
-chiarezza e ordine: il sapere deve essere organizzato e reso comprensibile
-coinvolgimento dei sensi: l'apprendimento è più efficace se coinvolge i sensi
Pensando alla mia esperienza scolastica: Inizialmente ho frequentato il liceo classico, ma non mi trovavo bene, l'ambiente era rigido e ostile, sia tra gli studenti che tra i professori. Chi non era considerato abbastanza intelligente, "alla moda" o semplicemente era più introverso veniva spesso emarginato o trattato male. Alcuni professori mi prendevano di mira umiliandomi davanti la classe. Ricordo una docente che, pur sapendo che la sua materia non era il mio punto di forza, mi chiamò alla lavagna con domande molto complicate. Alla fine, ridacchiando, chiese ai miei compagni :"quanto merita?" e loro risposero tutti con voti molti bassi. Questo episodio, come tanti altri, mi fecero sentire inferiore e ridicolizzata, al punto da perdere la voglia di studiare e andare a scuola.
La mia salvezza fu trasferirmi al liceo artistico, una scuola spesso sottovalutata. In realtà, il programma era altrettanto impegnativo, se non più ricco, rispetto alla mia scuola precedente. Anzi studiavo più le materie letterarie che quelle artistiche. Lì nessuno veniva giudicato o umiliato. C'era collaborazione tra noi studenti, infatti ricordo che molti professori ci davano l'opportunità di organizzare i turni per le interrogazioni del mese, poiché erano molte, e noi studenti ogni mese facevamo l'estrazione con i nomi per i turni delle interrogazioni di tutte le materie e se qualcuno meno portato per una materia aveva bisogno di aiuto ci si aiutava tra di noi e/o con l'aiuto del professore . Gli insegnanti erano attenti alle necessità di ognuno e rendevano lo studio più interessante con attività sensoriali: disegnare ascoltando la musica, imparare la vita e le informazioni di un autore attraverso video e altre esperienze stimolanti, ci facevano scrivere su dei foglietti un pensiero riguardo la lezione del giorno e se qualcosa riguardo il metodo di insegnamento non andava bene secondo noi. Insomma erano meno rigidi, ma riuscivano comunque a trasmettere tutte le conoscenze necessarie. Infatti vedere sia un gruppo classe che un gruppo docenti collaborativo mi ha portata a studiare molto e con piacere.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di VERA SPAZIANI -
RIflettere = Nella mia esperienza personale scolastica ho notato diverse pratiche didattiche che sono le seguenti:
1) attività di gruppo: sono delle attività che coinvolgono tutti gli studenti e che permettono di poter fare delle discussioni e dei confronti con gli altri studenti e aiutano anche nell'apprendere i contenuti attraverso altre fonti.
2) laboratori = il laboratorio è un'attività più creativa che permette di farci conoscere il "talento" di ogni studente.
3) educazione all'aria aperta ( outdoor education) = sono delle attività che vengono svolte fuori dall'ambiente scolastico che ci permettono di conoscere la natura e di tutelarla , mi ricordo che alle superiori feci questo tipo di attività, insieme ai miei compagni abbiamo ripulito il viale della scuola e piantammo anche un albero , secondo me anche questa attività è importante per l'apprendimento dei contenuti perché l'aria aperta fa bene sia agli studenti per apprendere ma anche per i docenti che mostrano agli studenti la bellezza della natura e di ciò che ella ci offre.

Queste attività secondo me si collegano alla definizione di didattica perché possono essere visti come dei metodi e delle strategie da applicare nel processo educativo e permettono allo studente di apprendere in modo più semplice.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di SILVIA MARTUCCI -
Pensando alla mia esperienza didattica, ho trovato che l’apprendimento attivo fosse una delle pratiche più efficaci. Partecipare attivamente con discussioni, lavori di gruppo e attività pratiche mi ha sempre motivato di più, aiutandomi a comprendere meglio i concetti e a vederne l’applicazione nella vita quotidiana. Questo approccio si collega alla didattica generale perché mette lo studente al centro del processo, favorendo la partecipazione e il coinvolgimento diretto. Inoltre, la collaborazione con i compagni mi ha permesso di sviluppare competenze sociali e di pensiero critico, rendendo l’apprendimento più significativo e utile.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di SABRINA DE ANGELIS -
Nonostante siano passati svariati anni, dal mio percorso scolastico, ancora ricordo con piacere , alcune delle pratiche didattiche efficaci adottate dai miei docenti e dall’organizzazione scolastica.
In Italia si iniziava a parlare dell’apprendimento Cooperativo esportato dagli Stati Uniti, erano gli anni ‘90, ma in un contesto scolastico professionale e di una scuola periferica, i miei docenti avevano già autonomamente anticipato il Cooperative Learning, organizzando gruppi di studio in ambito extra scolastico, ben organizzati e compensati, dove ognuno forniva all’altro la sua conoscenza, le sue esperienze e veniva attivata la chiave empatica verso qualsiasi elemento del gruppo che avesse particolari esigenze o difficoltà.
Ricordo con piacere, la volontà e la non arrendevolezza della professoressa di Scienze Motorie (allora ex Educazione Fisica), che non avendo a disposizione una palestra dedita alla materia in contesto scolastico, si attivò a prendere in affitto un campo di pallavolo adiacente la nostra scuola, per poter effettuare le lezioni e la parte pratica della sua materia. Ed anche l’abitazione privata , al ritorno da scuola, diventava una palestra di allenamento, dove si stendevano tappetini per allenarci con le capovolte, oppure il letto dei genitori diventava il nostro tappeto di allenamento per il salto in alto.
Ho trovato molto efficaci le gite di istruzione, che affiancate alle lezioni frontali, davano un ulteriore riscontro visivo e attivavano il processo di memorizzazione relativo all’ argomento svolto.
Con disappunto ricordo la mancata possibilità di esercitare attività di laboratorio relativa la materia di studio, ma altrettanto con gioia e piacere ricordo come la professoressa collegandosi alla definizione di trasmissione delle conoscenze e delle competenze, ed attivandole, non si arrese a tale realtà e in maniera differente attivo’ un percorso alternativo sia per il setting, sia per i materiali da utilizzare ed il nostro laboratorio venne espletato nell’ aula scolastica.
In un contesto temporale, dove la legge per i BES e l’apprendimento Cooperativo non erano ancora entrati tra le mura scolastiche, ho avuto la fortuna di incontrare diversi docenti , che hanno saputo migliorare l’efficacia del loro insegnamento curvandolo a seconda delle esigenze dei singoli discenti, trovando soluzioni alternative ed adattando varie strategie di insegnamento.
L’insegnante è la guida del discente, un esempio da imitare ed è per questo che assume particolare importanza la preparazione, la continua formazione, l’ empatia e i valori che riesce a trasmettere.

Per la mia esperienza scolastica e per i vissuti in contesti educativi , se a distanza di tanti anni dalla fine del mio percorso scolastico superiore mi sono rimessa in gioco per affrontare questa grande sfida “universitaria” e’ perché sicuramente diversi insegnanti sono riusciti a seminare in me la voglia del sapere e la trasmissione valoriale.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di GIADA ARTEGIANI -
Durante la mia esperienza scolastica alle superiori, ho avuto una professoressa di storia e filosofia che adottava un metodo d'insegnamento molto diverso da quello tradizionale.
Una delle caratteristiche principali del suo metodo era l'uso dei video su youtube e altre piattaforme per spiegare gli argomenti delle due materie; seguiti da una spiegazione da parte della professoressa e una riflessione in gruppo, questo metodo non solo rendeva le lezioni meno noiose ma aiutava molto anche a visualizzare i concetti in modo chiaro e a memorizzarli prima grazie all'ascolto.
Un altro metodo che adottava era quello di leggere passi dai libri e di chiederci di esprimere la nostra opinione su di essi, stimolando così il pensiero critico, la partecipazione attiva e dei dibattiti tra compagni.
Tra le pratiche più utili ho trovato però la libertà che ci veniva lasciata sulla scelta della modalità di esposizione durante le interrogazioni. 
Potevamo decidere di esporre con il supporto di PowerPoint, di video, immagini, o qualsiasi altro strumento realizzato da noi che ci permettesse di esprimere al meglio le nostre conoscenze e di fare anche approfondimenti/collegamenti con altre tematiche che non erano stati richiesti in modo formale per l'interrogazione. 
Questa flessibilità mi ha dato più sicurezza, permettendomi di affrontare le verifiche in un modo che mi risultasse più naturale e ad esprimere altri interessi come quello del design grafico tramite la realizzazione delle mappe, dei video e dei power point.
Questo approccio aiutava noi studenti a migliorare le nostre capacità comunicative e a sviluppare maggiore autonomia nello studio.
Il metodo della mia professoressa, posso dire dunque, che secondo me rifletteva quelli che sono i principi della didattica generale cioè non limitarsi a trasmettere nozioni ma puntare a sviluppare competenze, coinvolgere gli studenti e adattarsi ai loro diversi stili di apprendimento. La didattica studia di fatto dei metodi e degli strumenti per insegnare.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di ANNA PIRCHI -
Ho frequentato un liceo scientifico, dove ho avuto brutte esperienze, ho vissuto molto distacco tra professori e alunni, poca comprensione riguardo chi era più indietro con il programma, semplicemente perchè le scuole medie dalla quale provenivamo erano tutte diverse e quindi anche con poca possibilità di mettersi alla pari con chi partiva appunto avvantaggiato. La scuola, monotona e faticosa per quanto riguarda gli orari e le lezioni, i banchi e la classe sempre tutto uguale, ogni giorno. Dalla porta dell'aula si alternavano semplicemente i professori tra una lezione e l'altra, noi restavamo seduti in modo invariato, tutto l'anno, non conoscevamo molti altri volti al di fuori di quelli della classe.
Ho cambiato scuola al secondo superiore, sono andata al liceo artistico. Un mondo nuovo, se dovessi definire la mia scuola con una sola parola sarebbe LIBERTA'. Ognuno in quella scuola era libero di essere se stesso, dalle pettinature più strane alle produzioni artistiche. La didattica era divisa in due edifici, quello per le teorie (italiano, storia, matematematica, filosofia ecc.) e quello dei laboratori (pittorica, scultura, oreficieria, architettura, ebanisteria ecc.)
Ad ogni lezione noi studenti cambiavamo aula (non stavamo mai più di due ore nella stessa) e cambiavamo in autonomia, non eravamo accompagnati. Era molto simile all'università il tipo di erogazione didattica che veniva data. C'era uno scambio continuo tra alunni e insegnanti e ci conoscevamo tutti, nonostante accogliesse molte persone, perchè i laboratori erano misti e in base alle proprie scelte, io scelsi architettura e facevo i progetti con gli altri studenti della scuola che come me avevano scelto quell'indirizzo. Credo che i metodi più efficaci siano proprio questi, la collaborazione, lo scambio e l'autonomia dello studente, la leggerezza della giornata articolata in più ambienti e alternata a varie attività. I volti e le collaborazioni sempre diverse durante l'anno fanno si che le persone non si sentano soffocate. Ad esempio, se una ragazza entra in una classe in cui non si sente accolta o non trova amicizie compatibili sarà costretta a vivere la scuola in questo modo per 5 anni. Invece l'approccio della mia scuola cosi aperto fa si che anche il più "diverso" trovi il suo posto.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di RACHELE LATINI -
Riflettere:Riflettendo sulla mia esperienza scolastica le pratiche didattiche utilizzate sono state:
attività di gruppo: dove hanno un obiettivo comune e i partecipanti sono obbligati a seguire delle regole stabilite.Questo fa sì che si eviti l'emarginazione e tutti siano inclusi,aiutando così anche la persona che si trova in difficoltà.
laboratorio: in cui si va ad apprendere diverse attività anche per un futuro scopo lavorativo.
lezione di coinvolgimento,in modo tale che si crei un dibattito e le ore scolastiche passano più velocemente e il ragazzo si appassiona di più nella materia.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di KAROLA LUCIANI -
Pensando alla mia esperienza scolastica, le pratiche didattiche che ho trovato più efficaci sono state l'organizzazione di impegni e attività, permettendo una serenità nello svolgerle; d'aiuto sono state le attività di gruppo, permettendo una condivisione di idee e un apprendimento proveniente da varie e differenti fonti; l'attività più affascinante e allo stesso tempo molto efficace è l' "Out education", l'educazione all'aperto, la quale permette una conoscenza di nozioni attraverso una maniera molto sereno, favorendo un buon apprendimento ed evitando che la lezione potesse diventare noiosa.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di FEDERICA PRIORI -
Durante la mia esperienza scolastica, ho trovato diverse pratiche didattiche particolarmente
efficaci. Ecco alcune di esse e come si collegano alla definizione di didattica generale:
-Apprendimento attivo: Questa pratica prevede che gli studenti lavorino insieme in piccoli
gruppi per raggiungere obiettivi comuni,tecniche come il cooperative learning, i progetti di
gruppo e le discussioni in classe hanno dimostrato di essere molto efficaci. Questi approcci
coinvolgono gli studenti attivamente nel processo di apprendimento, promuovendo la
collaborazione e lo scambio di idee ,ho constatato che la collaborazione stimola il
coinvolgimento attivo, promuove la comunicazione e incoraggia l'assunzione di
responsabilità. Secondo la didattica generale, l'apprendimento è più efficace quando è un
processo sociale infatti sottolinea l'importanza di un insegnamento che non sia solo
trasmissivo, ma che coinvolga gli studenti in modo che possano costruire le proprie
conoscenze.
-L'utilizzo di strumenti digitali e risorse online ha reso l'apprendimento più coinvolgente e
accessibile. Le tecnologie possono facilitare la ricerca, la presentazione e la condivisione
delle informazioni, supportando diversi stili di apprendimento.
-Pratiche di valutazione continua, come feedback regolari e autovalutazioni, hanno aiutato a
monitorare il progresso degli studenti e a fornire indicazioni utili per migliorare. Questo
approccio riflette l'idea di didattica generale che promuove una valutazione non solo
sommativa, ma anche formativa, per supportare il processo di apprendimento.
-Collegamenti interdisciplinari: L'approccio a tematiche trasversali, che collega diverse
materie, ha reso l'apprendimento più significativo. Questo tipo di didattica incoraggia gli
studenti a vedere le connessioni tra le conoscenze e a sviluppare un pensiero critico, che è
un obiettivo fondamentale della didattica generale.
In sintesi, le pratiche didattiche efficaci sono quelle che coinvolgono attivamente gli studenti,
rispondono alle loro esigenze, utilizzano tecnologie moderne, forniscono feedback costante
e promuovono collegamenti interdisciplinari. Queste pratiche sono in linea con i principi della
didattica generale, che mira a creare un ambiente di apprendimento stimolante e inclusivo
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di SOPHIA DANGELO -
Le pratiche didattiche che ho trovato più efficaci sono:
l’apprendimento attivo attuato in diverse forme, come i lavori di gruppi, discussioni, ecc. Questo metodo si collega alla definizione di didattica generale perché gli studenti sono attivamente coinvolti e questo rende l‘apprendimento più efficace.
L’apprendimento attraverso la tecnologia educativa come per esempio la dimostrazione di video, si collega anch’esso alla definizione di didattica generale, poiché i principi promuovono l’adattamento ai cambiamenti sociali e tecnologici. L‘uso della tecnologia offre metodi innovativi per ottimizzare i processi di apprendimento. Ho trovato questi metodi molto efficaci perché sollecitano l'interesse e la partecipazione, migliorando così la comprensione.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di IRENE COLOCCI -
Pensando alla mia esperienza personale, posso dire che negli anni ho trovato molto utili le dispense che spesso venivano fornite dagli insegnanti (Ppt, video ecc..). Per quanto riguarda gli alunni dei primi anni sono dell’idea che un maggiore utilizzo dei lavori di gruppo possa essere uno strumento utile per aumentare la socializzazione e lo scambio di idee e opinioni. Inoltre, credo che con l’avanzare della tecnologia sia molto più facile ricevere informazioni riguardanti i vari argomenti trattati, in particolare credo che l’intelligenza artificiale, se usata correttamente, possa essere molto utile soprattutto per l’approfondimento di tematiche trattate in classe.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di FEDERICA DI STAZIO -
Riflessione sulle pratiche didattiche efficaci e didattica generale

Pensando alla mia esperienza scolastica personale, alcune pratiche didattiche si sono rivelate particolarmente efficaci nell'ottimizzare il mio apprendimento:
* Apprendimento attivo:
l'interazione costante con il docente e con una vasta gamma di testi e dati mi ha permesso di apprendere in modo dinamico, elaborando attivamente le informazioni anziché riceverle passivamente.
Questo approccio si collega alla didattica generale, che enfatizza il ruolo attivo dello studente nel processo di apprendimento.
* Apprendimento cooperativo:
la collaborazione con altre menti ha favorito lo scambio di conoscenze e lo sviluppo di nuove competenze.
* Metodologie come il "peer-to-peer learning" si sono dimostrate preziose, permettendo di imparare dagli altri e di mettere in pratica le conoscenze acquisite.
* Apprendimento basato su progetti:
La partecipazione a progetti di gruppo, come compiti di realtà o laboratori editoriali, mi ha permesso di applicare le mie conoscenze in contesti reali, affrontando problemi complessi e sviluppando nuove idee attraverso l’interazione e il confronto coi pari.
Questo approccio si allinea con la didattica generale, che promuove l'apprendimento attraverso la risoluzione di problemi e la realizzazione di progetti concreti.
* Feedback continuo:
Il costante feedback ricevuto dai docenti e dagli altri studenti mi ha permesso di identificare i miei punti di forza e di debolezza e di migliorare continuamente le mie prestazioni.
La didattica generale sottolinea l'importanza del feedback come strumento per l'apprendimento e il miglioramento continuo, anche da intendersi come correzione, valutazione e autovalutazione messa in atto a scuola.
* Tecnologie digitali:
L'utilizzo di tecnologie digitali, come tablet, lavagna LIM, piattaforme di apprendimento online, software educativi e strumenti di collaborazione, ha arricchito l'esperienza di apprendimento, rendendola più interattiva e coinvolgente.
* Didattica laboratoriale:
La didattica laboratoriale, è un approccio che pone l'accento sull'esperienza diretta e sull'apprendimento attivo. Attraverso attività pratiche, esperimenti e laboratori, noi studenti abbiamo avuto l’opportunità di applicare le conoscenze teoriche in contesti reali, sviluppando competenze pratiche e capacità di problem-solving.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di NOEMI SALTIMBANCO -
Io personalmente mi sono sempre trovata bene nell’utilizzo delle mappe mentali, concettuali.. utilizzando delle parole chiavi o piccole definì zone per ricordare meglio l’argomento..
per quanto riguarda il collegamento alla didattica generale secondo me le mappe mentali diventano uno strumento per strutturare e visualizzare l’azione, facilitando la pianificazione, l’esecuzione e la valutazione del processo insegnamento-apprendimento.
Le mappe mentali promuovono l’apprendimento attivo, permettendo di collegare argomenti , organizzare le informazioni e sviluppare un pensiero critico
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di CRISTINA RISTORI -
Pensando alla mia esperienza scolastica all’istituto alberghiero, posso dire che le pratiche didattiche più efficaci sono state quelle che hanno saputo integrare sia la teoria che la pratica, coinvolgendo attivamente gli studenti.
Durante le attività di laboratorio, per apprendere meglio le competenze che mi servivano in un futuro lavorativo, facevo molta esperienza, creando ambienti realistici come ad esempio degli eventi dove dovevo preparare insieme ai mie compagni dei piatti di un menù. Facendo questi simulazioni ho potuto sviluppare la capacità di problem-solving, facendo finta che un mio compagno era un cliente insoddisfatto. Parlando di teoria invece posso dire che lo studio tramite software (Office), mi è stato di aiuto quando dovevo imparare come organizzare lo studi, invece i video tutorial mi sono stati utili ad esempio per comprendere meglio passaggi di una ricetta.
In conclusione, le pratiche più efficaci in una scuola alberghiera secondo. Me sono quelle che combinano l’esperienza diretta, problem-solving e l’utilizzo delle tecnologie, in linea con una didattica generale che mira a rendere l’apprendimento significativo e spendibile nel mondo reale
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di MARIKA VAUPERI -
Per esperienza personale, ho constatato l’efficacia nelle pratiche didattiche adottate dalla scuola d’infanzia che frequentavo. Era un asilo gestito da suore, ci insegnavano con molta dedizione attraverso un approccio empatico, mirato anche alla trasmissione delle regole.
Frequentavo volentieri, la musica era fondamentale e tutti i giorni veniva proposta, così come le attività all’aperto e la cura degli orti. Inoltre, ci insegnavano anche l’inglese e ricordo che quando sono giunta all’elementari ero molto preparata.
Proseguendo gli studi, un processo che ritengo efficace è quello dell’orientamento nella scelta dell’istituto superiore.
Anche se nel mio caso, la scelta è ricaduta su un istituto professionale turistico e solo in seguito ho compreso che i miei interessi erano diretti nell’ambito umanistico e sociale, l'orientamento scolastico consente di supportare i ragazzi nelle loro scelte e renderli più consapevoli, se fornito correttamente. 
In conclusione, posso dire che le metodologie didattiche hanno influenzato, talvolta in modo positivo, altre in modo negativo la mia esperienza scolastica e in considerazione di ciò ritengo che la didattica generale sia fondamentale per ottimizzare, migliorare il processo educativo e renderlo il più efficace possibile. 
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di GIULIA PALUZZI -
Posso definire la mia esperienza scolastica in maniera positiva, in quanto nel corso degli anni ho avuto la fortuna di incontrare docenti competenti che risultavano essere coinvolgenti nelle loro lezioni. Le pratiche didattiche che ho trovato più efficaci sono state: un organizzazione ben strutturata del carico di studio che dovevo affrontare, dividermi le cose giorno per giorno con l'obiettivo di arrivare a fine giornata di concludere ciò che mi era prefissata, il confronto con i miei coetanei, ma allo stesso tempo anche gruppi di studio per aiutarci e sostenerci l'uno con l'altro, infine il riscontro con il docente qualora ne avessi avuto bisogno. Credo che questo sia stato possibile anche per aver trovato un ambiente sereno che mi ha permesso di vedere lo studio come un modo di apprendere per arricchire il mio bagaglio di conoscenze.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di Angela Spinelli -
Cari studenti e studentesse, vi riporto una sintesi dei vostri interventi sul quarto stimolo (riflettere). Dopo la sintesi seguono consigli pratici per i prossimi post e, in genere, per la stesura di argomentazioni basate su elementi scientifici ed evidenze.
Gli interventi che avete elaborato evidenziano diverse pratiche didattiche ritenute efficaci sulla base delle vostre esperienze scolastiche. In particolare:
• Didattica laboratoriale: citata in particolare dagli studenti di istituti tecnici e artistici, viene ritenuta efficace perché permette un apprendimento concreto, pratico e attivo.
• Cooperative Learning e lavori di gruppo: favoriscono la collaborazione, lo scambio di idee e la crescita collettiva.
• Lezioni interattive e partecipative: dibattiti, video, piattaforme online e metodologie innovative sono stati ritenuti strumenti utili per rendere le lezioni più coinvolgenti.
• Personalizzazione dell'insegnamento: alcuni studenti hanno trovato fondamentale l’approccio empatico di alcuni insegnanti, che hanno saputo adattare il metodo didattico alle loro esigenze.
• Uso della tecnologia: piattaforme di e-learning, mappe concettuali digitali, quiz interattivi e video hanno reso lo studio più accessibile e stimolante.
• Esperienze immersive e apprendimento attivo: le gite scolastiche, le simulazioni pratiche e l’educazione all’aria aperta sono state ritenute particolarmente formative.
D’altro canto, viene criticata la rigidità di un insegnamento troppo tradizionale, basato esclusivamente sulla lezione frontale e sulla trasmissione passiva delle conoscenze.
Il dibattito offre una riflessione interessante sulla didattica efficace, con un buon equilibrio tra esperienze personali e collegamenti alla teoria pedagogica. Nell’insieme, gli interventi tendono a descrivere le metodologie didattiche senza approfondire il perché esse risultino efficaci dal punto di vista dell’apprendimento. Inoltre, manca una riflessione sistematica sui fattori che permettono a tali metodologie di funzionare (es. ruolo della progettazione, condizioni organizzative, competenze dell’insegnante). Sarebbe utile anche una maggiore discussione su come integrare le pratiche innovative con le necessità curricolari, evitando il rischio di un apprendimento frammentario.
Punti di forza:
• Ampia varietà di esperienze riportate: diverse metodologie didattiche, rendendo il dibattito ricco e articolato.
• Riconoscimento dell’importanza della personalizzazione: approccio didattico flessibile determinante per il successo degli studenti.
• Riflessioni sulle emozioni e sulla motivazione: empatia e coinvolgimento emotivo hanno un ruolo chiave nell’apprendimento.

Aree di miglioramento:
• Approfondimento teorico limitato: mentre alcuni interventi citano autori come Comenio, mancano riferimenti ad altre teorie dell’apprendimento che potrebbero rafforzare le argomentazioni.
• Scarso focus sulla progettazione didattica: si parla di metodi efficaci, ma non si approfondisce come un insegnante possa strutturarli in modo sistematico.
• Mancanza di una riflessione sui contesti e sulle discipline: sarebbe utile discutere se e come certe metodologie possano adattarsi a diverse materie o livelli scolastici.

Suggerimenti per i post successivi
1 Approfondire il legame tra metodologie e teorie pedagogiche: includere riferimenti più strutturati a modelli teorici per spiegare perché certe pratiche risultano efficaci.
2 Discutere il ruolo dell’insegnante nella progettazione didattica: riflettere su come i docenti possano organizzare le attività affinché siano realmente funzionali.
3 Analizzare il contesto di applicazione delle metodologie: considerare quali approcci siano più adatti a determinate discipline o fasce d’età.
4 Esplorare il bilanciamento tra innovazione e didattica tradizionale: discutere quando e come sia utile integrare pratiche attive con metodi più strutturati.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di FEDERICA FIORINO -
Le mie esperienze riguardano il periodo delle scuole superiori e dell’università, per la prima laurea.
Avendo frequentato un istituto tecnico linguistico i professori durante le lezioni utilizzavano supporti audio-visivi per l’apprendimento della lingua, questo ci dava modo di apprendere nel modo migliore, in più era frequente il dibattito linguistico su vari temi di attualità, sempre con lo scopo di facilitare l’apprendimento e renderlo efficace.
Ricordo in particolare il professore di francese, amava fare lezione con una didattica interdisciplinare, anche se non era previsto da programma, questo metodo, inevitabilmente, attirava l’attenzione di tutti noi e rendeva lo studio anche divertente. Utilizzava spesso un termine, admiratio, per farci capire come si sentiva lui di fronte alla conoscenza e per sottolineare l'importanza della meraviglia e della passione nella trasmissione del sapere. Durante il periodo universitario, invece, alcune lezioni erano frontali, il che rendeva la lezione poco interattiva e stimolante, mentre altre richiamavano l’attenzione dello studente, ho partecipato ad un laboratorio esterno all’università, oppure durante alcune lezioni il professore ci invitava a riflettere su alcuni argomenti e discuterne in aula, quindi vi era un'attenzione sulla riflessione critica, come sosteneva Dewey, che basò i suoi studi anche sullo sviluppo della riflessione critica per sviluppare l'autonomia decisionale.
Concludendo penso che nelle scuole e università ci debba essere un approccio pansofico come quello di Comenio in cui l'apprendimento è un'esperienza appassionante e stimolante, che ha come obiettivo non solo quello di sviluppare la conoscenza in modo completo ma dove lo studente si senta parte attiva del processo.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di MARTINA BOVO -
durante la mia esperienza scolastica ho trovato particolarmente efficaci le lezioni che univano teoria e pratica, come ad esempio i lavori di gruppo, perchè mi hanno aiutato a comprendere meglio i concetti, applicati ora in situazioni reali e concrete, e (oltre a permettermi di conoscere meglio i miei compagni) mi hanno consentito di avere le prime esperienze all'interno del gruppo stesso, come con la gestione delle mansioni e dei ruoli.
Questo approccio, quando le lezioni sono studiate per essere partecipative e pratiche, rispecchiano l'idea che l'insegnamento non è solo trasmissione di informazioni, ma un percorso attivo in cui lo studente gioca un ruolo centrale e fondamentale.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di FEDERICA COCCIA -
La didattica è l’arte di insegnare, con “arte si intende il metodo da seguire. Ogni docente utilizza pratiche di insegnamento diverse per facilitare l’apprendimento della propria materia. Nella mia esperienza scolastica ho individuato alcune pratiche efficaci quali:
- l’utilizzo di piattaforme digitali
- attività di gruppo che coinvolgono gli studenti consentendo loro di scambiare informazioni e confrontarsi
- uscite didattiche inerenti alle tematiche affrontate per fissare i concetti studiati
- lezioni all’aria aperta che consentono di accrescere le capacità sociali in un ambiente diverso dall’aula
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di ILARIA DE CAROLIS -
Pensando al mio percorso didattico, le pratiche che mi sono state più utili sono:
1. fare schemi riformulando i concetti a modo mio
2. lavori di gruppo
3. evidenziare le cose più importanti in quanto ho la memoria visiva
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di ERIKA ROIATI -
In base alla mia esperienza scolastica posso affermare che le migliori pratiche didattiche che hanno funzionato su di me sono: i lavori di gruppo, l’utilizzo delle tecnologie come computer o LIM ma anche gite e attività sportive extra scolastiche.
Credo che tutto ciò possa rientrare nella definizione di didattica generale perché sono tutte attività volte allo sviluppo del pensiero critico, allo sviluppo della cooperazione e soprattutto all’inclusione di ogni studente, senza distinzione di disabilità o altro.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di ELISA PANELLA -
Nella mia esperienza scolastica le pratiche didattiche che si collegano alla definizione di didattica generale sono state: il cooperative learning, che ha permesso di integrare tutti gli studenti nel gruppo classe, sviluppare abilità sociali e applicare le proprie conoscenze; i momenti di dibattito, in cui ognuno esprimeva il proprio pensiero critico; le uscite scolastiche, una pratica educativa esperienziale che stimolava la curiosità e l’interesse verso gli ambienti o i progetti trattati.
Credo che queste metodologie rientrino nella didattica generale, poiché promuovono un approccio inclusivo e partecipativo all’apprendimento, favorendo lo sviluppo di competenze cognitive, sociali ed emotive. Inoltre, favoriscono una didattica attiva e stimolano un pensiero critico, andando oltre la semplice trasmissione dei contenuti e puntando alla formazione integrale degli studenti, attraverso la cooperazione, il confronto e l’esperienza diretta.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di VERONICA VENANZI -
Nella mia esperienza scolastica, ho trovato più efficaci le metodologie didattiche che favorivano la partecipazione attiva degli studenti, come l’apprendimento collaborativo e la didattica laboratoriale. Questi metodi mi hanno aiutato a comprendere meglio i concetti e a memorizzarli con maggior facilità, rispetto alle lezioni puramente frontali.ad esempio, le attività di gruppo e le simulazioni pratiche mi hanno permesso di applicare subito le conoscenze acquisite, rendendo l’apprendimento più coinvolgente e significativo. Questa metodologia si collega alla definizione di didattica generale perché mettono in evidenza il ruolo attivo dello studente nel processo di apprendimento.la didattica, infatti, non si limita alla semplice trasmissione di informazioni, ma è un insieme di strategie e strumenti volti a favorire la comprensione, la rielaborazione e l’applicazione dei contenuti. Un approccio efficace alla didattica dovrebbe sempre considerare diversi stili di apprendimento e adattarsi alle esigenze degli studenti.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di LUDOVICA LUCCI -
Sulla base della mia esperienza scolastica le pratiche didattiche più efficaci che ho potuto riscontrare riguardano in primo luogo l'utilizzo di schemi per riuscire a focalizzare meglio i contenuti più importanti di quella determinata materia, in secondo luogo sottolineare con evidenziatori diversi le parole chiave in modo tale da riuscire a ricordare quanto inserito negli schemi. Altra pratica molto utile dal mio punto di vista riguarda sia la cooperazione che avviene all'interno dell'ambiente classe sia il cosiddetto apprendimento attivo il quale favorisce sia lo scambio di punti di vista che la risoluzione di problemi. Con la diffusione sempre più viva nel mondo didattico delle tecnologie il loro utilizzo risulta essere molto importante in quanto grazie a tali strumenti si possono fare ricerche approfondite su vari argomenti, incrementando così l'interesse del singolo alunno, così come grazie alle tecnologie è possibile rispondere alle esigenze di ogni singolo studente . Facendo riferimento a tale elemento preso in considerazione, nel mio percorso scolastico ho avuto la possibilità di aver avuto una professoressa la quale durante le lezioni utilizzava molto i video interattivi per riuscire ad attirare la nostra attenzione ed il nostro interesse , in secondo luogo ci ha insegnato come strutturare mappe concettuali e riassunti in modo tale da riuscir ad essere del tutto autonomi nello studio. Oltre a ciò attribuiva molta importanza allo scambio di opinioni tra noi studenti lasciandoci molta libertà di parola tanto da riuscir a creare un clima disteso in classe ma soprattutto ha permesso a tutti noi di instaurare con lei un rapporto umano basato sempre sul rispetto reciproco. In ultima analisi vorrei sottolineare quanto nel mio percorso scolastico le gite d'istruzione abbiano avuto un forte impatto positivo in quanto mi hanno permesso non solo di visitare posti nuovi ma soprattutto far sì che il mio interesse e la mia curiosità su quanto studiato aumentasse sempre di più.
Tali pratiche didattiche si collegano alla definizione di didattica generale poiché diversi sono i metodi da poter applicare nel processo educativo, rendendo più semplice il processo di apprendimento di ogni singolo studente.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di FRANCESCO PALOMBO -
Nel mio percorso scolastico ho trovato più efficaci le lezioni in cui si poteva partecipare attivamente, come i lavori di gruppo, i laboratori e l’uso di strumenti digitali per approfondire gli argomenti. Queste metodologie si ricollegano strettamente alla definizione di didattica generale, intesa come l’insieme dei processi e delle pratiche che mirano a strutturare e facilitare il trasferimento delle conoscenze in modo personalizzato e dinamico. Quando c’è la possibilità di confrontarsi con i compagni e sperimentare direttamente quello che si studia, è più facile capire e ricordare i concetti. Inoltre, un approccio più interattivo rende le lezioni meno noiose e più coinvolgenti, permettendo di sviluppare il pensiero critico e la capacità di lavorare in gruppo. In questo modo, il ruolo dell’insegnante non è solo quello di spiegare, ma anche di guidare gli studenti nel loro percorso di apprendimento, aiutandoli a costruire le conoscenze in modo più attivo e personale.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di CLAUDIA ORFANO -
4. RIFLETTERE
Nel mio percorso scolastico, le pratiche didattiche più efficaci sono state quelle che favorivano l’interazione attiva tra gli studenti, come i lavori di gruppo, il cooperative learning e l’utilizzo delle tecnologie. Questi metodi, che stimolano la cooperazione, l’inclusione e lo sviluppo del pensiero critico, sono perfettamente in linea con la definizione di didattica generale. Ad esempio, l’uso di strumenti tecnologici come la LIM e i video interattivi ha reso le lezioni più coinvolgenti, mentre le gite d’istruzione e le attività extra-scolastiche hanno aumentato la curiosità e l’interesse per quanto studiato.

Inoltre, pratiche come l’apprendimento collaborativo e la didattica laboratoriale hanno avuto un grande impatto, poiché mi hanno permesso di applicare immediatamente le conoscenze in contesti pratici, rendendo l’apprendimento più significativo e duraturo. In questo contesto, il ruolo attivo dello studente è essenziale: la didattica non si limita a trasmettere informazioni, ma deve essere un processo dinamico che coinvolge gli studenti nel loro apprendimento, adattandosi alle loro esigenze.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di GIORGIA CARBONI -
le pratiche che nella mia esperienza scolastica ho ritenuto più efficaci possono essere le tecniche di cooperative learning utilizzate nella scuola secondaria di primo grado, la tecnica della "flipped classroom" (notevolmente utilizzata durante la pandemia), l'organizzazione del materiale da studiare e del tempo che si ha a disposizione per completarlo.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di PATRIZIA MORRONE -
Le pratiche didattiche che ho trovato efficaci sono state: l'apprendimento attivo, che è costituito dalla conduzione di ricerche, discussioni di gruppo, attività pratiche. Tipi di attività che mi hanno incoraggiata a trovare risposte e soluzioni senza la collaborazione dell' insegnante. Altra pratica che ricordo essere stata efficace: la dimostrazione-esercitazione, in matematica, utile per sviluppare le capacità logiche.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di CHIARA IPPOLITI -
Pensando alla mia esperienza scolastica, una delle pratiche didattiche che ho trovato più efficaci è stata l'uso degli evidenziatori per organizzare le informazioni. Questo strumento mi ha permesso di focalizzarmi sui concetti più importanti durante lo studio e di ripassare rapidamente i punti salienti senza dover rileggere tutto il materiale. Utilizzare colori diversi per evidenziare le definizioni, le date o le idee principali mi ha aiutato a rendere lo studio più visivo e, quindi, più facile da memorizzare. Inoltre, mi sono sempre trovato bene nel fare mappe concettuali o riassunti dopo ogni lezione, poiché questo mi permetteva di riorganizzare il materiale e fissare i concetti chiave. Queste tecniche stimolano la memoria visiva, utile per comprendere e ricordare meglio.Un’altra pratica che mi ha aiutato molto è stata quella di organizzare lo studio in modo strategico, suddividendo le lezioni in piccole parti. Invece di aspettare l’ultimo momento, ho trovato più utile studiare la lezione durante lo stesso giorno in cui veniva spiegata. In questo modo, avevo sempre il tempo di fare un primo ripasso e di fissare nella mente i concetti freschi, evitando di dover "rileggere" tutto all’ultimo minuto. Questo approccio mi ha permesso di comprendere meglio la materia e di ricordare facilmente i dettagli, senza affrontare grandi carichi di lavoro nei giorni precedenti agli esami. Un altro aspetto che mi ha colpito molto è stato il metodo di insegnamento di un professore delle superiori. Ogni volta che dovevamo iniziare un nuovo argomento, l'insegnante ci faceva guardare un film che trattava il tema. Questo approccio visivo e coinvolgente ha reso gli argomenti più concreti e comprensibili. Ad esempio, durante un lavoro di educazione civica sulla mafia e la criminalità, il professore ci ha proposto di guardare la serie TV Mare Fuori. La serie ci ha fatto riflettere su temi complessi in modo emotivamente coinvolgente, e mi ha spronato a fare il lavoro con maggiore passione, poiché il legame tra la realtà e la narrazione mi ha aiutato a comprendere meglio le dinamiche e l'importanza del tema.
Queste pratiche si collegano alla didattica generale, e in particolare a quello che Comenio sosteneva riguardo all'importanza di un insegnamento che stimoli tutti i sensi e utilizzi vari strumenti per facilitare l’apprendimento. Comenio, infatti, sosteneva che l'insegnamento dovesse essere pratico, visivo e concreto, cercando di coinvolgere gli studenti attivamente. Le mappe concettuali, i riassunti, l’uso di colori per evidenziare concetti chiave e la visione di film o serie TV sono strumenti che favoriscono una memoria visiva e un apprendimento più strutturato. Combinando la ripetizione, l’organizzazione del materiale e l'uso di risorse audiovisive, si stimola una maggiore comprensione e memorizzazione. Così facendo, gli studenti sono coinvolti in modo emotivo e attivo, proprio come suggeriva Comenio, che vedeva la didattica come un processo dinamico, in cui gli studenti sono sempre attivamente coinvolti.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di ERIKA CERRONI -
In riferimento alla mia esperienza scolastica,tra le pratiche didattiche più efficaci ci tengo a citare:
-la flipped classroom --> propriamente conosciuta come "classe capovolta",la flipped classroom è un metodo didattico che prevede un apprendimento dei contenuti in asincrono,per poi dibatterne,argomentare e approfondire in classe con il docente,a cui è affidato il ruolo di facilitatore.Ha molteplici aspetti positivi che riflettono la mia personale visione della didattica: promuove un apprendimento attivo e partecipativo,l'alunno si impegna apprendendo più facilmente e in modo permanente.Questo metodo richiede tuttavia molta autodisciplina da parte dei ragazzi,ai quali l'insegnante deve somministare materiali di studio stimolanti e motivanti,come ad esempio la creazione e lo studio di sondaggi su un dato argomento; i risultati verranno poi commentanti in classe: non ci sono argomentazioni giuste o sbagliate,ognuna ha la propria validità.
-la cooperative learning --> propriamente conosciuta come "apprendimento cooperativo" : il lavoro tra pari stimola e favorisce l'apprendimento.Anche questo metodo richiede autodisciplina e una netta distinzione dei ruoli: all'interno del gruppo ogni partecipante è tenuto a lavorare,svolgendo un proprio ruolo.Molto spesso è l'insegnante a stabilire all'interno dei gruppi di lavoro un coordinatore,al fine di incentivare la responsabilizzazione.
-i compiti di realtà--> si tratta di compiti esperienziali,che permettono agli alunni di osservare come i fenomeni studiati tendono poi a concretizzarsi nella quotidianità.
-In ultimo,non per importanza,il circle time --> non so se il circle time possa essere propriamente incluso tra le pratiche didattiche,tuttavia ho pensato di inserirlo poichè,pur essendo un'attività che si concentra sullo sviluppo della sfera emotiva,mediante il racconto dei turbamenti causati da alcuni dei propri vissuti personali,ritengo che abbia delle ricadute positive sull'apprendimento.Gli alunni infatti esternando le proprie emozioni,confrontandosi con i pari e con l'insegnante(svolge il ruolo di mediatore/figura adulta a cui poter far riferimento),regola la propria emotività,mitigando anche possibili scompensi che potrebbero derivare da emozioni negative represse.Il racconto,come nel caso del diario personale,dei propri vissuti emotivi consente,non solo al ragazzo di liberarsi da grandi "pesi emotivi",ma anche di far nascere tra alunno e docente un rapporto fondato sulla fiducia,sull'empatia e sulla stima: l'alunno sa di poter contare sul sostegno del proprio insegnante;questo inevitabilmente avrà ricadute positive sull'apprendimento,poichè è bene ricordare che l'alunno quanta più fiducia e stima ripone nell'insegnante,tanto più svilupperà un vero e proprio "legame affettivo" con la disciplina.
Ognuna di queste metodologie didattiche riflette la mia visione democratica,attiva,dinamica e responsabilizzante,della didattica.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di IOLANDA CURRO -
Le pratiche didattiche che più mi hanno sorpreso rispetto a un ventennio fa sono numerose. Mi sono diplomata di recente all’età di 34 anni e, rispetto a vent’anni fa, ho beneficiato di notevoli progressi nel campo dell’istruzione.

Quali?
• Apprendimento cooperativo: lavorare in gruppo favorisce la socializzazione, il rispetto reciproco e la capacità di risolvere problemi. In passato, era raro che i genitori permettessero ai figli di recarsi a casa di altri studenti.
• Storytelling: i professori utilizzavano racconti, storie o simulazioni in aula per stimolare la memoria e catturare l’attenzione. Spesso condividevano eventi personali e aneddoti familiari per creare un rapporto di scambio con gli studenti.
• Uso di materiali sensoriali: l’impiego di lavagne digitali per proiettare suoni durante le lezioni. In passato, si utilizzava la radio in classe.
• Flipped Classroom: venivano assegnati compiti a casa, come la visione di video o la lettura di testi, per poi discuterne in classe attraverso attività pratiche. Ad esempio, guardavamo film sulla Seconda Guerra Mondiale a casa e li analizzavamo in classe.
• Uso della tecnologia: l’utilizzo di programmi per svolgere esercizi di lingua e apprendere le pronunce corrette.
• Peer teaching: mi fu assegnato un capitolo extra da studiare autonomamente e successivamente tenni una lezione ai compagni su quel materiale non trattato dal professore. Inoltre, spesso alcuni studenti venivano invitati a spiegare concetti ad altri attraverso lavori di gruppo, dove ogni gruppo presentava un argomento.

Si collegano alla didattica generale perché queste pratiche innovative l’arricchiscono e la rendono più efficace
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di FEDERICA PETRI -
La pratica didattica che ritengo più efficace è sicuramente la condivisione, basata su un apprendimento attivo, che rende molto più interattivo lo studio.
Confrontarsi con gli altri studenti ed avere la possibilità di condividere pensieri ci aiuta a mutare il nostro stato da figure passive (atte ad apprendere in modo meccanico) a figure attive (disposte a mettersi in gioco).
Un altro aspetto importante ritengo sia la selettività, potendo organizzare soggettivamente lo studio, tenendo presente il tempo a disposizione e potendo scegliere la modalità di apprendimento preferita, che sia “classica” o digitale, tendendo sempre in considerazione il proprio livello cognitivo e di preparazione.
Terzo aspetto, ma non meno importante, è la digitalizzazione, che ci permette di accedere a qualsivoglia contenuto multimediale in ogni momento della giornata, dandoci la possibilità di approfondire i concetti in modo rapido e competo, lasciandoci però sempre la possibilità di filtrare e fare nostri i concetti in modo razionale.
Questi aspetti si collegano al concetto di didattica generale perché amplificano la conoscenza e rompono gli schemi preesistenti, aprendo la mente e creando canali diversi di apprendimento.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di MATTEO MARIO NAPOLI -
Una pratica che mi ha aiutato molto (e che mi aiuta tutt'ora) è l'utilizzo dei riassunti e delle mappe concettuali poiché mi permettono di riorganizzare i concetti e dar loro un ordine e un senso logico nella mia testa. Entrambi questi strumenti educativi si collegano alla definizione di didattica generale in quanto sono dei metodi che rendono l'apprendimento più semplice.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di GIORGIA FERRAIOLI -
Riflettendo rigurardo il mio percorso scolastico, facendo riferimento in particolar modo alle scuole superiori , ho sempre ritenuto efficace effettuare degli schemi da poter utlizzare durante le ripetizioni prima di un compito scritto o di una interrogazione orale.
Inoltre alcuni professori, ci permettevano di registrare le lezioni e in questo modo riuscivo a sistemare e a chiarire gli appunti presi e ad evidenziare gli argomenti principali.
Una pratica fondamentale, che mi ha aiutata molto anche per quanto riguarda l’esposizione orale, è stato il dibattito tra la mia classe e i nostri professori, vi era uno scambio di opnioni che rendeva le lezioni prive di monotonia e piene di interesse da entrambi i lati.
Queste pratiche educative, si collegano alla definizione di didattica generale, in quanto i metodi da utilizzare nel processo educativo sono molteplici e facilitano l’apprendimento degli studenti.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di VALENTINA MENICHELLI -
Una delle pratiche che ritengo ancora oggi maggiormente efficace é crearsi un piano mentale e degli obbiettivi per programmare tutto ciò che ci serve ,anche in generale nella mia vita quotidiana uso questa tecnica per raggiungere più una serenità mentale che già mi prepara.
Inoltre ritengo l'apprendimento attivo di molto molto valido,proprio perché infatti la partecipazione rende tutto più stimolante .
Anche le attività di gruppo sono un metodo molto importante perché personalmente grazie ad esse si posso ascoltare più punti di vista ed opinioni e ci si può mettere alla prova lavorando in squadra e vedendo come interagiamo gli uni con gli altri.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di FRANCESCA MALACRIA -
Una pratica che mi ha aiutato molto, soprattutto nell’ultimo periodo, nel periodo covid, sono state appunto le piattaforme didattiche online, che comunque mi hanno permesso di andare avanti con il programma educativo, rendendolo più accessibile ed immediato.
Ma anche la mia camera e i miei spazi di studio mi hanno aiutato nella concentrazione, facilitando il processo di apprendimento. Tutto ciò si collega alla definizione di didattica generale, perché tutto quello che ho vissuto non é stato un metodo di insegnamento neutro ma un insegnamento basato su questioni metodologiche in modo da esplorare diversi modi di apprendimento.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di LUCREZIA CESTRA -
Riflettendo sulla mia esperienza scolastica, le pratiche didattiche che ho trovato più efficaci sono quelle che favorivano l’interattività, la personalizzazione dell’apprendimento e il coinvolgimento attivo degli studenti. Ad esempio, le discussioni di gruppo e i progetti collaborativi permettevano di esplorare i contenuti in modo profondo e critico, promuovendo l’apprendimento attivo. Inoltre, l’uso di tecnologie educative, come piattaforme online, mi ha permesso di studiare in modo autonomo, seguendo il mio ritmo e approfondendo gli argomenti di interesse.
Queste pratiche si collegano alla didattica generale poiché enfatizzano la centralità dello studente nel processo educativo, come suggerito dalla teoria costruttivista, che vede l’apprendimento come un processo attivo e interattivo, dove l’insegnante guida, ma lo studente è protagonista del proprio percorso. In questo modo, la didattica diventa un “artificium”, un processo costruito attraverso l’interazione, la riflessione e la collaborazione.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di ALICE BIANCHINI -
Durante il mio percorso scolastico ho trovato molto efficaci le pratiche didattiche di un'insegnante in particolare, che fin dal primo giorno ha messo alla base del rapporto con gli studenti la fiducia e il rispetto. Lei si è sempre mostrata disponibile nei nostri confronti e noi alunni l'abbiamo stimata e rispettata per tutta la durata del percorso scolastico.
Oltre all'aspetto emotivo e relazionale, ha utilizzato delle pratiche di apprendimento molto valide, ad esempio verificare le nostre conoscenze con vari test somministrati più spesso delle classiche verifiche, facendo emergere eventuali criticità e permettendoci di essere sempre preparati. Questo aspetto è molto utile anche a verificare costantemente il livello della classe ed è proprio ciò che si collega alla definizione di didattica generale, cioè interazione tra la propria esperienza sul campo e la riflessione teorica.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di VALENTINA NAVARRA -
Nel mio percorso di studi, l'insegnamento era basato su metodi tradizionali, con il docente che spiegava attraverso lezioni frontali, discussioni, lavoro di gruppo e attività pratiche. Si usavano principalmente libri e valutazioni tradizionali. Anche senza tecnologia, questi metodi erano molto efficaci, grazie all'approccio diretto insegnante/alunno si aveva sempre l'impressione di sentirsi " a casa". Oggi, concetti come una buona base di conoscenze, interazione e approccio pratico sono ancora fondamentali nella didattica, che può essere arricchita con la tecnologia senza perdere il valore dei metodi tradizionali. In questo modo, l'insegnamento cresce, ma mantiene il suo scopo di far comprendere e applicare il sapere.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di ISABELLA FRANCESCHINI -
Ripensando alla mia esperienza scolastica, mi accorgo di quanto sia cambiato il metodo di studio. Anche se sono passati anni dalla fine del liceo, ho deciso di rimettermi in gioco per scelta personale, perché voglio realizzare il mio sogno.
A scuola si studiava un po’ di tutto senza poter scegliere le materie. Questo dava una base generale, ma il metodo di studio era molto rigido e impegnativo. Sicuramente c'era un metodo tradizionale, che prediligeva il sistema frontale , forse piu rigido rispetto a quello di oggi. A quell’età, spesso non si sa ancora cosa si vuole fare da grandi, e uno studio troppo pesante può portare a perdere la motivazione.
Oggi mi rendo conto che un semplice diploma non basta più. Se si vuole costruire un futuro, è importante continuare a studiare. Per questo trovo molto utile il sistema universitario attuale, che permette a tutti di accedere allo studio, anche a distanza. Chi ha una famiglia o un lavoro può studiare come un ragazzo appena uscito dal liceo.
Grazie alla tecnologia, è possibile seguire le lezioni online, collaborare con altri studenti e formare gruppi di studio a distanza. In questo modo, l’istruzione è diventata più accessibile a tutti, permettendo di imparare in modo più flessibile e adatto alle diverse esigenze.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di JESSICA BRANDI -
Di recente ho ripreso gli studi universitari, e i miei anni di liceo risalgono a circa quindici anni fa. In quel periodo, l'uso della tecnologia nell'educazione era piuttosto limitato; ricordo si organizzavano lavori di gruppo e si creavano cartelloni per approfondire argomenti o presentare i risultati di ricerche. Oggi, invece, si utilizzano spesso presentazioni in PowerPoint. Le lezioni erano per lo più frontali. A mio avviso, ciò che fa davvero la differenza è l'obiettivo che ogni docente si prefigge e che cerca di raggiungere attraverso il proprio metodo d'insegnamento. È fondamentale che un insegnante riesca a cogliere i bisogni degli studenti nel contesto specifico e adotti un approccio efficace per trasmettere non solo le informazioni, ma anche l'importanza dell'apprendimento. insomma un docente deve saper arrivare. Con il tempo, ci rendiamo conto di quanto sia importante l'educazione; essa ci permette di crescere, sviluppare un nostro pensiero e integrarci nel mondo degli adulti. Se portiamo con noi qualcosa dall'esperienza scolastica, significa che chi ci ha insegnato è riuscito a trasmettere la sua passione per l'insegnamento.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di GERARDINA CHIRICO -
Nel corso della mia esperienza scolastica ciò che mi ha sempre aiutato tanto è stata la condivisione, il confronto con gli altri studenti.
Ho trovato molto efficaci anche tutte quelle pratiche che favorivano l’interattività e il coinvolgimento attivo degli studenti, quali discussioni di classe e i progetti di gruppo.
Molto utili ho trovato anche le piattaforme digitali, soprattutto nel periodo Covid, che consentivano di non perdere niente.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di ELEONORA ZILLI -
Ripensando alla mia esperienza scolastica ricordo perfettamente, come fosse ieri, ciò che mi ha fortemente entusiasmata e ciò che invece mi ha danneggiata e svogliata. Alle scuole elementari avevo il maestro unico, che apprezzava molto le mie doti di scrittura creativa e il mio talento nel disegno, a tal punto da sottovalutare completamente le mie difficoltà nell'ambito matematico. Questo mi ha penalizzata per tutta la vita, avendo in seguito trovato, ovviamente, professori della materia che invece "esigevano" delle risposte agli insegnamenti dati, che purtroppo deludevo quasi sempre. Questo per sottolineare, nella ricerca di pratiche didattiche efficaci, quali NON lo siano, come esaltare solo ciò per cui uno studente riesca bene senza soffermarsi sui blocchi e sulle difficoltà che invece potrebbe manifestare nell'apprendere alcune materie.
Ricordo ancora, questo alle scuole medie, il tedio generale di tutte le lezioni, tranne quelle di Storia dell'arte, in cui i professori, seduti alla cattedra con davanti il manuale in adozione, ripetevano con parole leggermente diverse i paragrafi del libro, per poi assegnarli per casa a fine ora. Il professore di Storia dell'arte era appassionato della sua materia, aveva sempre idee nuove su come trasmetterci la curiosità verso l'arte. Ci faceva costruire un quadernone con delle fotocopie grandi e a colori delle opere d'arte più importanti, ci faceva ricercare, scrivere e poi ripetere la tecnica di quell'opera in classe. La pratica didattica efficace in questo caso era sicuramente il lavoro attivo, di apprendimento attraverso la ricerca personale, arricchito dal sapere del professore, e che attivava più sensi.
Alle scuole superiori la professoressa di Filosofia fu un grande esempio di didattica efficace. La sua lezione era sempre qualcosa di inaspettato, non si prendeva quasi mai il libro di testo per spiegare un argomento, e si facevano domande, a cui noi studenti dovevamo a turno rispondere, per generare infine un dibattito costruttivo e stimolante. Nel bel mezzo del nostro pensiero la professoressa inseriva quello dell'autore che avremmo poi studiato man mano, insieme, e poi da soli. Questo metodo, attivo e appassionato, vitale e aperto, è sicuramente efficace perché genera partecipazione, costringe a mettere in moto il pensiero, il ragionamento e produce energia positiva nell'ambito scolastico. Così facendo il tempo scorre veloce, perché impiegato in attività stimolanti, personali e non mnemoniche e noiose.
Questo metodo di insegnamento si adatta molto bene alla definizione di didattica come arte di insegnare, in cui l'animo del docente non è staccato dalle sue competenze acquisite, e dove la materia non è chiusa in un libro sacro da cui non uscire, bensì è viva e s'ingrandisce e approfondisce grazie a un discorso nuovo, tenuto dalle menti giovani.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di NOEMI FABIANI -
Basandomi sulla mia esperienza scolastica, le pratiche didattiche più efficaci sono state quelle che favorivano l’interazione attiva tra gli studenti, come i lavori di gruppo, e l’utilizzo delle tecnologie. Questi metodi, che stimolano la cooperazione, l’inclusione e lo sviluppo del pensiero critico, sono a parer mio in linea con la definizione di didattica generale. Ad esempio, l’uso di strumenti tecnologici come la LIM e i video interattivi ha reso le lezioni più coinvolgenti, mentre le gite d’istruzione e le attività extra-scolastiche hanno aumentato la curiosità e l’interesse per quanto studiato. In più, l’apprendimento collaborativo e la didattica laboratoriale hanno avuto un grande impatto, poiché mi hanno permesso di applicare immediatamente le conoscenze in contesti pratici, rendendo l’apprendimento più significativo e duraturo. In questo contesto, il ruolo attivo dello studente è essenziale: la didattica non si limita a trasmettere informazioni, ma deve essere un processo dinamico che coinvolge gli studenti nel loro apprendimento, adattandosi alle loro esigenze
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di LINDA CIPRIETTI -
Credo che le pratiche più efficaci che abbia incontrato nella mia esperienza scolastica siano legate a strategie attive e partecipative, nate per stimolare e far collaborare tra loro gli studenti. Amavo in particolar modo l'apprendimento in gruppo, dove per progetti o argomenti lavoravamo, confrontandoci e risolvendo problemi comuni al team. Questo approccio permette di sviluppare competenze sociali, di problem solving e pensiero critico. Questo si ricollega alla didattica generale dal momento in cui promuove un ambiente di apprendimento attivo e partecipativo, dove l'insegnante è visto più come un facilitatore che come un trasmettitore unidirezionale delle conoscenze. Anche la metodologia della flipped classroom era piacevole per me, perchè preparare i contenuti teorici a casa per discuterli poi in classe, mi rendeva più autonoma e giudiziosa delle mie ricerche. Proprio perchè questo approccio promuove l'autonomia e l'apprendimento attivo, aspetti molto in linea con la teoria costruttivista, che si ricollega alla didattica generale.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di SILVIA MARTUCCI -
Ripensando alla mia esperienza scolastica, le pratiche didattiche che ho trovato più efficaci sono state quelle in cui ero coinvolta attivamente nel processo di apprendimento: lavori di gruppo, discussioni guidate, attività laboratoriali e l’uso di esempi concreti legati alla realtà. Questi approcci mi hanno aiutata non solo a comprendere meglio i contenuti, ma anche a sviluppare competenze come il pensiero critico e la collaborazione. Si collegano alla definizione di didattica generale come riflessione e progettazione intenzionale dell’insegnamento, in cui non si trasmettono solo nozioni, ma si costruiscono esperienze di apprendimento significative e partecipate. La didattica, in questo senso, è un processo dinamico e attento ai bisogni degli studenti.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di ALESSIA DI FRUSCIA -
Ripensando alla mia esperienza scolastica, le pratiche didattiche che ho trovato più efficaci sono state quelle attive e partecipative, dove avevo la possibilità di esprimermi, confrontarmi con gli altri e costruire il sapere insieme al gruppo. Quando l’insegnante ci coinvolgeva, in lavori di gruppo, attività pratiche, discussioni o progetti creativi sentivo che stavo davvero imparando con gli altri e grazie agli altri. Queste pratiche si collegano perfettamente alla definizione di didattica generale intesa come un processo intenzionale e organizzato di insegnamento. Ma per me questo processo ha senso solo se è costruttivo se permette a chi apprende di essere protagonista attivo quindi la didattica dovrebbe essere un’esperienza da vivere insieme.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di MELISSA D'ORTENZI -
Pensando alla mia esperienza scolastica ho trovato come pratica didattica più efficace quella del lavoro di ricerca e di gruppo. Il lavoro di ricerca poiché stimolava la mia curiosità, il cosa e dove cercare (ad esempio le maestre o i professori ci facevano appuntare alla fine di ogni pagina il libro o il sito da cui avevamo preso le informazioni) , apprendendo nuove nozioni e migliorando il metodo di ricerca man mano che sperimentavo.
Il lavoro di gruppo invece penso sia importante fin dai primi anni di scuola, questo perché ti permette di avere un confronto con il prossimo, accettando così opinioni e idee diverse dalle proprie.
Inoltre ho sempre trovato molto efficace, da parte dei professori delle superiori soprattutto, l’uso di mappe concettuali (o schemi) per introdurre un nuovo argomento, poiché mi permetteva di memorizzare i concetti chiave, collegandoli tra di loro e riuscendo così a creare un discorso logico che comprendesse tutte le nozioni necessarie.
In riposta a Angela Spinelli

Ri: 4. RIFLETTERE

di ANNA FASCINARI -

La mia esperienza scolastica va molto nel passato, quando la scuola era nozionistica. Mi ricordo che l'insiemistica nella scuola primaria, allora elementare, mi aiutò nella matematica. Anche alcuni giochi che la maestra faceva per stimolarci ad imparare a leggere. Si sottolineavano le parole importanti, ora parole chiave e naturalmente facevamo molte ricerche. La scuola era stimolante contestualizzata negli anni 70 e stava diventando innovativa. Non mi sento nostalgica nei confronti dei metodi, trovo che oggi sono molto più attenti alle particolarità degli studenti.