Nel video da analizzare vengono trattati 3 elementi centrali per l'educazione e la sua organizzazione.
1- Somiglianza: Si tende a standardizzare gli studenti e la loro vita, limitandoli in un contesto scolastico ferreo. Non si riesce a stare al passo coi tempi, all’inizio si considerava “migliore” solo chi poteva permettersi un’istruzione e chi ragionava in maniera uniforme.
2- Linearità del percorso: L'educazione è spesso vista come un percorso predeterminato, che non tiene conto delle capacità del singolo, finalizzata unicamente al raggiungimento di un obiettivo. Considerare quindi prioritario il traguardo e non valorizzare il viaggio intrapreso per raggiungerlo.
3- Settorializzazione: La scuola viene paragonata ad una fabbrica, ad un’industria, dove le cose vengono svolte in compartimenti stagni. E’ in compartimenti stagni che vengono insegnate le materie, senza un minimo di connessione interdisciplinare, è in compartimenti stagni che avviene la socializzazione, limitata alle singole aule, ed è a compartimenti stagni che viene effettuata la suddivisione degli studenti, per fasce d’età, uniformandoli nel percorso di crescita.
Oltre a questi vengono toccati temi importanti quali:
- Disugualianze economiche e sociali, che fin dal principio ponevano i soggetti su piani differenti;
- Tecnologia poco integrata e metodi di insegnamento antiquati, non riuscendo ad evolversi e fondere insieme metodi di apprendimento meno standardizzati;
- Stress e pressione psicologica sugli studenti, i quali vengono convinti di dover solo raggiungere un traguardo, spesse volte anche vedendosi imporre la modalità
Mi trovo in parziale disaccordo col pensiero di Robinson, poiché ritengo che sia importante valorizzare il singolo ed il suo estro, mantenendo però i paletti e le regole che la scuola riesce a dare.
Ritengo che l’attuale sistema scolastico sia ormai obsoleto, assolutamente non al passo con i tempi moderni. La scuola e’ rimasta uguale a se stessa, incapace di adattarsi ai vari cambiamenti.
Da sempre la scuola è stata strutturata per far raggiungere al gruppo il medesimo obiettivo, con risultati più o meno positivi, ma comunque lo stesso obiettivo, chiedendo di iniziare e terminare un percorso didattico nei tempi prestabiliti.
Ritengo sia invece fondamentale lasciare agli studenti la possibilità di approfondire un argomento, soffermarsi su un argomento o, se necessario, tralasciare un argomento, dando loro la possibilità di eccellere fin dai primi anni di scuola.
Così facendo si anticipano i tempi, non assistendo alla prima reale selezione delle competenze individuali solo in età universitaria, che spesse volte rappresenta la valvola di sfogo degli individui, il respiro di sollievo e la liberazione da un sistema scolastico oppressivo.
Gratificare fin dal principio il lavoro del singolo è una necessità imprescindibile, per non rischiare di veder spegnersi pian piano la forza di volontà e l’entusiasmo degli studenti.
Concordo quasi a pieno sul fatto che il sistema scolastico venga equiparato ad un’industria, ed in parte sono d’accordo sul fatto che così debba essere, perché un’organizzazione deve esserci e devono esserci soprattutto delle basi dalle quali partire per costruire una comunità. E’ giusto insegnare agli studenti la distinzione tra maschi e femmine (attraverso ad esempio il discorso dei bagni), è giusto dettare dei tempi (scandendoli con la campanella), come è giusto suddividere i gruppi in fasce d’età, anche solo perché altrimenti non si potrebbe fare, non essendo giusto giudicare in modo troppo stringente le capacità del singolo fin da piccoli.
Concordo sul fatto che crescendo i ragazzi cambiano il loro pensiero col tempo, ma non ritengo che vadano a peggiorare solamente per colpa della scuola, ma soprattutto perché perdono la splendida dote di essere bambini, e di conseguenza la libertà di fantasticare e di interpretare la vita a loro piacimento.
Sicuramente la scuola incide sulla crescita personale, ponendo dei paletti dove serve (spesso in modo esagerato), privando gli studenti della possibilità di essere sé stessi, ma la “colpa” è da ricercare anche in una società frenetica che non spesso non tiene conto del reale valore della persona. Non è quindi solo la scuola ad essere selettiva, ma forse l’intera quotidianità ed il mondo in cui viviamo.