Cari studenti e studentesse,
intervengo in questo forum e nelle vostre interessanti posizioni per fare una sintesi e rilanciare la discussione.
Il forum ha sollecitato un bel dibattito, ricco e con interventi differenti tra loro, come è giusto che sia quando un argomento è oggetto di studio e discussione.
Nell’insieme, prevalgono posizioni favorevoli ma critiche, in linea con un uso etico e pedagogicamente consapevole dell’IA. La varietà delle esperienze e delle posizioni mostra la necessità di un’alfabetizzazione digitale più strutturata e riflessiva, capace di trasformare l’IA in uno strumento di emancipazione cognitiva e non di deresponsabilizzazione.
LE POSIZIONI RICORRENTI
IA come supporto: per generare idee, migliorare la chiarezza del testo, correggere errori grammaticali e facilitare l’organizzazione dei contenuti.
Uso consapevole e non sostitutivo: è ricorrente l’idea secondo cui l’IA deve essere un “facilitatore” del pensiero critico e non un sostituto. L’uso critico e riflessivo è ritenuto fondamentale per evitare dipendenza. Questa posizione è m molto interessante, però spesso manca di esempi pratici e/o proposte.
Rischio di perdita dell’autonomia: diversi interventi mettono in guardia contro l’eccessiva fiducia nelle soluzioni automatizzate, che può compromettere lo sviluppo della creatività, del pensiero autonomo e dell’originalità.
Differenze di accesso e di familiarità: emergono posizioni che riflettono una minore familiarità con gli strumenti digitali, specialmente tra chi ha ricominciato a studiare dopo una lunga pausa o proviene da una formazione più tradizionale.
Riflessione educativa: molti richiamano la necessità che la scuola e l’università educhino a un uso critico dell’IA, promuovendo un’“educazione all’algoritmo” (cfr. Floridi, 2020).
Un buon contributo alla riflessione è stato apportato da quegli interventi che nell’argomentazione hanno fatto riferimento ad una rilettura storica e filosofica della tecnologia e dell’intelligenza artificiale; dal collegamento tra tecnologie e inclusione e dall’aver individuato la necessità di una guida educativa (insegnanti, per esempio) per utilizzare in modo critico l’intelligenza artificiale.
ATTENZIONE ALLE POSIZIONI MENO ARGOMENTATE, che possono essere sintetizzate così:
non c’è un collegamento esplicito tra IA e piattaforme di videoconferenza, sono tecnologie diverse che almeno per il momento non sono particolarmente integrate tra loro;
enfasi eccessiva sull’oggettività dell’IA: in alcuni casi, l’IA viene descritta come un’entità neutra che “sa tutto”, senza considerare i limiti noti in letteratura (bias algoritmici, allucinazioni, ecc.), aspetto che riduce la qualità della riflessione (cfr. Binns, 2018).
Anche le visioni esclusivamente negative, che investono la AI con una critica generalizzata non sono utili alla discussione, perché non tengono conto di aspetti positivi che possono essere favorevolmente inclusi nelle prassi didattiche, nei processi di apprendimento e nella produzione di testi scritti.
Infine, per andare avanti con la discussione RILANCIO sui seguenti punti:
- Quali competenze dovrebbe possedere un “utente critico” dell’IA? Invita a riflettere su come formare cittadini capaci di usare l’IA in modo responsabile e riflessivo.- Esistono modi per integrare creatività umana e automazione nella scrittura accademica? Stimola la ricerca di modelli di co-creazione tra umano e IA.
- Quali implicazioni etiche comporta l’uso dell’IA nei processi valutativi? Una questione aperta che tocca il tema della responsabilità algoritmica e dell’equità.
- Come cambia il ruolo dell’insegnante in un contesto di didattica aumentata dall’IA? Si apre alla prospettiva dell’insegnante come “mediatore tecnologico”
- Che differenza c’è tra “apprendere con” e “delegare a” l’IA? Una distinzione cruciale per distinguere uso strumentale e uso sostitutivo della tecnologia.
Invito tutti/e gli studenti e studentesse ad intervenire fornendo argomentazioni documentate e costruttive.
Buon lavoro!