Questo quesito mi ha fatto molto riflettere sul confine tra le due parole: nel mio immaginario l'arte, conserva secondo me, qualcosa che ha a che fare con l'impulso, l'istinto, l'intuizione e la spontaneità, quella reazione di pancia (emozione) che avviene anche per caso. Invece alla scienza attribuisco un significato di sistematizzazione, di categorizzazione, di raccolta, analisi ed elaborazione dati finalizzato alla costruzione di metodologie mirate. Cercando di farmi chiarezza, li sento come due concetti in continuità, almeno come mi sembra di cogliere da ciò che sto approfondendo attraverso le lezioni.
Insegnare è un arte, saper cogliere il proprio e personale "gesto/interesse", allenarlo, sostenerlo arricchirlo, coltivarlo attraverso la conoscenza, lo studio delle varie tecniche, l'analisi e la riflessione; ci si allena attraverso l'esperienza, la sperimentazione e la riflessione sul lavoro svolto. Il saper essere nasce dalla fusione del sapere e il saper fare.
Nella storia ci sono stati degli approcci e metodi che hanno mostrato di saper trovare un equilibrio tra questi elementi: Montessori, Munari, Steiner. Le scuole diffuse nel territorio hanno proposto interessanti metodologie didattiche che hanno richiesto una formazione mirata e poi riconosciuta. Ad oggi alcuni ancora in attività in qualche scuola statale, altri prevalentemente nell'offerta privata.
Non ho un'idea precisa di una didattica che tenga in equilibrio creatività e scientificità delle metodologie, ma ho constatato come dal nido, passando per la scuola dell'infanzia, poi le elementari e le medie e infine le superiori, lo studio e gli apprendimenti si fanno via via meno autonomi. Si passa da uno spazio che fruisce materiali per fare esperienza e acquisire saperi e conoscenze, gestito e vissuto a piccoli gruppi spontanei (per inclinazioni ed interesse) a classi con soli banchi.
Dunque le domande che mi accompagnano sono: come mai crescendo l'ambiente diventa sempre meno ricco di esperienze per apprendimenti autonomi e/o indiretti individuali e per piccoli gruppi?
Come mai il ruolo dell'adulto Maestra e/o docente assume crescendo un ruolo principale e frequente frontale?
ci sono esperienze alternative che hanno funzionato? Sì!
Come mai le esperienze dei "metodi" non sono state approfondite significativamente?
Come mai le arti manuali non trovano spazio nelle scuole con laboratori stabili nei quali, i gruppi a rotazione sperimentano materiali e affinano abilità?
Pensando a dei percorsi metodologici indiretti, l'insegnante avrebbe maggior tempo da dedicare al lavoro sul gruppo e le relazioni tra pari oltre che sostenere e incoraggiare gli apprendimenti di chi ha necessità di un lavoro diverso e /o personalizzato.
Inoltre, questa modalità richiederebbe una formazione importante per gli attuali docenti, un investimento nei materiali. Per la preparazione di futuri Insegnanti, il percorso Universitario dovrebbe prevedere tutta una parte dedicata alle metodologie e approcci pedagogici, una sorta di specializzazione.