Cambiare i paradigmi dell'educazione

Cambiare i paradigmi dell'educazione

di MARIKA SEMENTILLI -
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Ken Robinson, espone la necessità di innovare i paradigmi dell'educazione, partendo dall'analisi di tre elementi che inevitabilmente condizionano l'organizzazione scolastica:

  • riformare il sistema educativo, nato sulla base delle circostanze economiche della prima rivoluzione industriale;
  • lo sviluppo di un pensiero divergente, che coincide con l'abilità di generare molteplici risposte per una singola domanda;
  • il superamento di un modello culturale obsoleto, penetrato all'interno dell'impianto istituzionale ed educativo contingente.

L'analisi effettuata da Robinson deve essere a mio avviso, l'elemento a cui guardare in funzione di un ripensamento del sistema scolastico plasmato sul modello educativo progettato nella cultura intellettuale dell'illuminismo; non a caso, l'apparato formativo vigente, guarda ancora al ragionamento deduttivo come il tramite ultimo per il raggiungimento dell'erudizione e della conoscenza. Capiamo dunque, come all'interno del sistema scolastico presente, venga applicata un'impostazione educativa all'insegna dell'accademismo, utile alla distribuzione di precetti e nozioni, che il discente acquisisce in maniera del tutto passiva o meglio "anestetica'', come Robinson suggerisce.

A questo proposito, concordo con lo stesso, che sia importante e necessario proporre un paradigma formativo nuovo, che non si limiti più alla creazione di un sistema unico ed universale, ma anzi, che sia in grado di accogliere le esigenze delle personalità più diverse. Lo spazio educativo ha bisogno di essere ripensato quale luogo primario in cui la fantasia e la "genialità'' vengano coltivate ed infuse con lo stesso rigore che si riserva alla storia o alla matematica, un ambiente in cui cooperazione e collaborazione siano accolte e potenziate soprattutto in funzione della maturazione di un pensiero divergente, che Robinson, sostiene essere la caratteristica essenziale della creatività.